10/04/2009, 00.00
CINA
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Wen Jiabao promette severe azioni contro la corruzione. Di nuovo

Il premier assicura attenti controlli per evitare che funzionari disonesti si arricchiscano con gli aiuti all’economia erogati dal governo. Ma Pechino non appare poter frenare la diffusa corruzione, che spesso avviene in modo palese. Le tangenti arrivano persino con versamenti su conto corrente e regali di ville milionarie.

Pechino (AsiaNews/Agenzia) – Il premier Wen Jiabao ieri  è tornato a dire, stavolta dalle pagine di Xinhua, che combattere la diffusa corruzione è una priorità per il governo, con “il massimo impegno per accrescere efficienza e trasparenza, aumentare i controlli e la supervisione [sui funzionari pubblici]… e prevenire la possibilità che dei maggiori investimenti pubblici traggano vantaggi illeciti dipartimenti e individui”. Ma esperti e opinione pubblica sono molto scettici e critici circa la capacità di Pechino di stroncare il fenomeno.

Secondo dati ufficiali, 41.179 funzionari pubblici sono stati indagati per corruzione nel 2008. E’ diffuso il timore che i tanto proclamati aiuti per 4mila miliardi di yuan, indicati come essenziali per risollevare l’economia cinese in difficoltà, vadano ad arricchire funzionari disonesti. Per questo Wen ha richiamato i governi locali alla massima trasparenza nell’utilizzo dei fondi e ha assicurato che ci saranno severi controlli. Egli ha anche ribadito l’impegno a tagliare le spese inutili per rappresentanza e convegni e il divieto – in vigore dalla fine del 2008 - a realizzare nuovi uffici pubblici. Analisti osservano che non sono però state fornite le cifre delle attuali spese di rappresentanza, cosa che impedisce ogni verifica circa i proclamati tagli, mentre fonti non ufficiali parlano di almeno 600 miliardi di yuan spesi nel 2006 per intrattenimenti.

L’opinione pubblica è delusa per i continui scandali per corruzione, nonostante il governo da anni proclami tolleranza zero. Di recente Kang Huijun, ex vicecapo del governo nel distretto finanziario della ricca Shanghai, è stato condannato all’ergastolo per corruzione: fra l’altro ha acquistato oltre 20 appartamenti a prezzi molto inferiori a quelli di mercato e li ha rivenduti con immenso profitto.

Ora il Comitato disciplinare del Partito comunista ha ordinato a circa 2mila funzionari di grado elevato e dirigenti di imprese pubbliche d Shanghai di indicare ogni proprietà immobiliare, anche della famiglia. Ma molta gente commenta che è risaputo che funzionari cittadini beneficiano di prezzi di favore e che attende di vedere se il governo prenderà provvedimenti per simili ricchezze immobiliari.

La corruzione è così diffusa che la televisione ha trasmesso un documentario su Zhou Liangluo (nella foto), ex capo del Pc del distretto Haidian a Pechino che nel 2008 è stato condannato a morte (ma con la sospensione) per essersi appropriato di oltre 16 milioni di yuan. Dal servizio risulta che le tangenti arrivavano in modo palese e facilmente accertabile: un costruttore edile, favorito nella costruzione di un lucroso albergo, ha depositato sul conto bancario di Zhou 400mila yuan (40mila euro) ogni giorno per tre settimane nel 2003. Un’altra ditta gli ha persino donato una villa di 2 milioni, dopo avere ottenuto la costruzione di un edificio commerciale nel 2005.

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