20/12/2010, 00.00
INDONESIA
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West Java, proibita la Messa di Natale ai cattolici di Bogor

di Mathias Hariyadi
Il decreto delle autorità vieta qualsiasi attività cristiana. Il pretesto è la mancanza di un luogo di culto adeguato, ma da anni i cattolici chiedono senza esito il permesso per costruirlo. C’è crescente intolleranza degli islamici radicali contro i gruppi cristiani.

Jakarta (AsiaNews) – Per Natale, il capo del distretto Bogor ha proibito qualsiasi attività o  celebrazione pubblica, compresa la Messa di Natale, ai cattolici della chiesa parrocchiale di S. Giovanni Battista a Parung, Tulang Kuning, Reggenza di Bogor, provincia di Java Occidentale.

Il divieto ufficiale, tramite una lettera, è motivato con le solite ragioni usate da anni: la mancanza di un’autorizzazione per costruire un edificio religioso (chiamata Izin Mendirikan Bangunan), senza la quale il governo proibisce all’amministrazione della parrocchia persino di pregare sul proprio terreno.

L’Imb è chiesto dalla legge indonesiana per qualsiasi edificio, ma i cristiani per realizzare edifici religiosi devono anche avere almeno 60 firme di residenti nella zona e l’approvazione del locale Gruppo per il Dialogo intrerreligioso. Intanto la costruzione della chiesa è bloccata da tempo e i fedeli per pregare insieme si sono riuniti in strada sotto una tenda o in un ristorante. Ma le autorità locali interpretano la legge nel senso che, senza la chiesa, non sia permesso ai cristiani nemmeno riunirsi per pregare in pubblico.

Ora i cattolici locali si chiedono come interpretare il divieto.

Il parroco padre Gatot spiega ad AsiaNews che “non abbiamo idea su cosa fare, nonostante sia urgente trovare soluzioni pacifiche per consentire ai cattolici di professare la loro fede durante il Natale”.

La situazione è preoccupante anche per le violenze subite in passato e perché alcuni fedeli, che chiedono l’anonimato, dicono ad AsiaNews che questo divieto è stato preceduto da ripetute minacce dagli estremisti  islamici della zona, che non vogliono vederli tenere cerimonie in luoghi pubblici. Il timore è che i gruppi radicali possano usare questo divieto come pretesto per scatenare violenze, se i cattolici tengono le loro celebrazioni in luogo pubblico, ad esempio in ampie tende, oppure ospiti in un ristorante anche in villaggi vicini, come hanno giù fatto. Già nel 2005 la messa di Pasqua è stata interrotta dai gruppi estremisti. Nella Pasqua del 2008, centinaia di musulmani radicali hanno impedito l’accesso al terreno della Chiesa dove si voleva celebrare la Messa e la funzione è stata interrotta. Peraltro in seguito altre celebrazioni si sono svolte senza problemi.

A Parung ci sono almeno 3mila cattolici. La diocesi locale è proprietaria dal 2001 di un terreno di 7.500 metri quadrati, sul quale costruire la chiesa. Ma i gruppi estremisti islamici lo hanno sempre impedito.

Nell’aprile 2010 i musulmani radicali hanno pure impedito la messa di Pasqua. Le violenze degli islamici radicali hanno colpito non soltanto i fedeli della parrocchia S. Giovanni Battista, ma pure altri gruppi, come i fedeli della Gereja Kristen Indonesia (Gki, più nota come Yasmin Church), che hanno celebrato la funzione religiosa domenicale: il gruppo aveva ottenuto i permessi necessari per costruire una chiesa, ma il 14 febbraio 2008 l’autorità civile ha ritirato i permessi, ordinando di chiudere il locale a causa delle proteste degli estremisti islamici. Dopo aver fatto causa al comune, nel 2009 la Yasmin Church ha ottenuto il permesso di tenere aperto il luogo di culto grazie al verdetto favorevole della Corte amministrativa dello Stato, la più alta corte civile del Paese. Il locale è stato però chiuso in maniera definitiva l’11 marzo 2010 dall’autorità civile, per le continue pressioni di estremisti islamici. Per protesta, da aprile i fedeli hanno celebrato la messa per la strada (nella foto).

Nel Paese è in atto una crescente intolleranza dei musulmani radicali verso le altre fedi, che si esprime in modo sempre più violento, anche perché le autorità locali non intervengono con decisione per contrastarla.

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