31/07/2010, 00.00
INDONESIA
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West Java, fedeli ahmadi nel mirino di estremisti islamici e governo locale

di Mathias Hariyadi
Tre giorni di scontri tra musulmani ahmadi ed estremisti islamici. I musulmani radicali vogliono chiudere le loro moschee con l’appoggio del governo locale. Capo degli estremisti: “Gli ahmadi dovrebbero essere banditi. La nostra richiesta di eliminarli non è negoziabile”.

Bandung (AsiaNews) – Rimane alta la tensione dopo tre giorni di scontri tra estremisti islamici e la comunità ahmadi del villaggio Manis Lor, nel distretto di Kuningan, West Java. Il 26 luglio scorso la polizia locale ha cercato di chiudere alcune moschee della comunità ahmadi. L’azione della polizia è fallita in seguito alle massicce proteste dei fedeli.

Il tentativo è ripreso il giorno dopo, da parte di un gruppo di 500 estremisti islamici che, appoggiati da impiegati statali, hanno cercato di chiudere le moschee scontrandosi con migliaia di fedeli ahmadi armati di pietre e bastoni. Gli scontri sono terminati ieri e non ci sono vittime.

Gli ahmadi sono musulmani che venerano come profeta, non solo Maometto, ma anche Mirza Ghulam Ahmad. Per questo sono considerati eretici e presi di mira dagli estremisti islamici. Secondo le statistiche, nel 2009 sono avvenuti 33 attacchi contro gli ahmadi da parte di estremisti. Nei primi sei mesi del 2010, il numero delle violenze è sceso a quattro.

“Simili problemi dovrebbero essere affrontati con cautela e tolleranza” ha dichiarato Djoko Suyanto, Ministro della sicurezza e degli affari politici e legali. Il Ministro, in un incontro con il presidente Yudhoyono, ha espresso rammarico per il numero di feriti e per le proprietà danneggiate della comunità ahmadi.

Hesty Amirwulan, membro della Commissione indonesiana per i diritti umani (Komnas Ham), ha affermato che gli scontri sono segno di quanta poca forza abbia la legge nel Paese. Infatti, come ha fatto notare Ifdal Kasim, la presidente di Komnas Ham, “chiudere i luoghi di culto è contro la Costituzione”.

Gli estremisti islamici che hanno attaccato gli ahmadi fanno parte del gruppo Gapas (Movimento contro le sette illegali e i non credenti). Dopo aver chiesto all’amministrazione locale di sciogliere la setta, Andi Mulya, capo del Gapas, ha dichiarato: “Gli ahmadi dovrebbero essere banditi, la nostra richiesta di eliminarli non è negoziabile”.

Dal 1954, nel distretto di Kunnigan risiedono 3mila musulmani ahmadi, la più grande comunità ahmadi del Paese. Deden Sujana, consigliere esecutivo della comunità, ha condannato le violenze degli estremisti: “Loro non hanno alcuna base legale per bandirci”.

In un comunicato stampa, l’Indonesian Interfaith Forum ha dichiarato: “La presenza degli ahmadi dovrebbe essere rispettata da tutti i partiti nel Paese, compreso il governo, visto che esistono in Indonesia dal 1950”.

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