24/08/2012, 00.00
INDONESIA
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West Java: cinque morti negli scontri fra due movimenti islamici

di Mathias Hariyadi
La provincia vanta il triste primato delle violenze a sfondo confessionale. L’omicidio del leader di un movimento estremista ha provocato la reazione dei compagni. L’obiettivo era punire i fedeli di una setta giudicata eretica e vendicare l’assassinio. Tuttavia, essi non avevano alcun legame con l’omicida. Il problema violenza nell’islam.

Jakarta (AsiaNews) - Resta alta la tensione nel West Java, teatro nei giorni scorsi di violenti scontri fra gruppi islamici che hanno causato la morte di cinque persone. Centinaia di poliziotti e reparti della sicurezza presidiano strade e piazze, per scongiurare infiltrazioni di intrusi e provocatori che mirano a riaccendere la faida fra i vari movimenti. Ancora una volta la provincia, a lungo nel mirino di attivisti e organizzazioni pro diritti umani, conferma la fama di area col più elevato tasso di "intolleranza" a sfondo confessionale; non solo fra maggioranza musulmana e minoranza cristiana - con la chiusura di centri di preghiera e i sigilli alle chiese -  ma pure fra sette che si rifanno all'islam. 

Scenario dell'ultimo episodio di violenza confessionale - divampato durante i festeggiamenti per l'Idul Fitri, il 20 agosto scorso - il villaggio di Cisalopa, sotto-distretto di Jampang Tengah, distretto di Sukabumi, provincia di West Java. Una delle vittime si chiama Edin ed è conosciuto nella zona come leader religioso e guida di un gruppo radicale islamico battezzato Garis (Islamic Forum for Reform, ndr). Gli altri quattro sono esponenti di una setta musulmana denominata Tarekat At Tijaniyah, accusata di eresia. A innescare gli scontri, sospetti e accuse reciproche a conferma del clima di profonda divisione che si respira persino fra i fedeli di Maometto.

La morte di Edin ha spinto una folla inferocita ad attaccare un quartiere abitato in maggioranza da membri della setta Tarekat At Tijaniyah. Alla base del raid, il ritrovamento del cadavere del leader di Garis, nel giardino di una casa di proprietà di Sumarna, secondo alcune voci capo del gruppo musulmano bollato come eretico. Testimoni riferiscono che la scorsa settimana Edin ha incontrato Sumarna, con l'intenzione di bloccare l'eresia e sciogliere il gruppo. La sua scomparsa e la ridda di voci che lo davano per "morto in azione" ha acceso gli animi dei suoi compagni. Migliaia di persone hanno sferrato un attacco, al termine del quale sono morte quattro persone e solo l'intervento della polizia ha riportato una situazione di relativa calma.

In realtà, alla base della vicenda vi sarebbe un malinteso di fondo che ha contribuito a esacerbare gli animi.  Sumarna non sarebbe infatti a capo del movimento Tarekat At Tijaniyah, ma di un diverso gruppo - composto da pochi adepti - che offre una visione "deviata" dell'islam, in cui vengono messe al bando la preghiera del venerdì e la prima invocazione a Dio all'alba.

Al contrario, il movimento Tarekat At Tijaniyah ha ricevuto l'approvazione delle principali organizzazioni musulmane dell'Indonesia. A partire dalla più numerosa, il Nahdlatul Ulama (Nu), che ha riconosciuto la legittimità dell'organizzazione; parere condiviso anche dal potente Consiglio degli ulema indonesiani (Mui), che lo inserisce fra i gruppi che rientrano a pieno titolo nell'islam ortodosso. Emerge sempre più chiaro il fatto che la reazione degli estremisti di Garis ha preso di mira l'obiettivo sbagliato, anche se il vero problema - a prescindere da quale fosse l'eretico da colpire - resta la visione radicale di una religione che non ammette differenze o, come avviene agli ahmadi, deviazioni dalla dottrina ufficiale.  

 

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