28/04/2021, 09.09
CINA
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Xinjiang: Pechino organizza nuovo ‘tour promozionale’ per i media stranieri

Le autorità vogliono dimostrare che nella regione autonoma non vi è alcuna violazione dei diritti umani. I giornalisti accompagnati in luoghi prestabiliti. Analista cinese: “Pechino sbaglia a credere che questi tour guidati siano efficaci”.

Pechino (AsiaNews) – Le autorità cinesi hanno portato i giornalisti di 10 media stranieri in visita nello Xinjiang. L’obiettivo del governo è dimostrare alla stampa internazionale che nella regione autonoma non vi è alcuna violazione dei diritti umani, incluso il crimine di genocidio, e che popolazione han (maggioritaria in Cina) e minoranza turcofona di fede islamica vivono in armonia.

Il “tour promozionale”, come è stato definito da alcuni critici, è stato organizzato dal Dipartimento per le attività di promozione della locale sezione del Partito comunista cinese. Associated Press e Tv Tokyo sono tra i media che hanno partecipato. La visita si è svolta nella città di Turpan, dove ricercatori australiani sostengono vi sia una campo di rieducazione politica.

Secondo dati degli esperti, confermati dalle Nazioni Unite, le autorità cinesi detengono o hanno detenuto in campi di concentramento oltre un milione di uiguri, kazaki e kirghisi dello Xinjiang. Rivelazioni di media hanno messo in luce l’esistenza di campi di lavoro nella regione, dove centinaia di migliaia di persone sarebbero impiegate con la forza, soprattutto nella raccolta del cotone. Alcuni ricercatori sostengono anche che il governo cinese stia conducendo una campagna locale di sterilizzazioni forzate per controllare la crescita della popolazione di origine uigura.

I cinesi negano ogni accusa, e parlano di “fake news”. Essi affermano che quelli nello Xinjiang sono centri di avviamento professionale e progetti per la riduzione della povertà, la lotta al terrorismo e al separatismo.

I giornalisti accompagnati nella regione autonoma hanno potuto visitare solo siti indicati dalle autorità. Tv Tokyo rivela che le persone del luogo con cui ha potuto parlare o non rispondono alle domande o negano l’esistenza di abusi.

Non è la prima volta che Pechino invita giornalisti stranieri nello Xinjiang. Nel 2020 è toccato alla Bbc, che però ha denunciato di non aver potuto filmare e di aver subito costanti controlli. Il governo cinese sostiene che la regione è aperta agli stranieri. L’Agenzia Onu per i diritti umani e l’Unione europea chiedono da tempo di poterla visitare, ma senza le restrizioni imposte dalla Cina.

Secondo Wu Qiang, un analista politico di Pechino sentito dal South China Morning Post, Pechino sbaglia a credere che questi tour guidati siano efficaci: “Penso che molte cose siano nascoste, compresa la rimozione di strutture. Non credo che i giornalisti in visita siano rimasti soddisfatti”. Wu ha aggiunto che “nessuno può credere che la verità possa essere ottenuta con una visita organizzata. Pechino ha un approccio ingenuo e in stile propaganda sullo Xinjiang”.

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