15/02/2006, 00.00
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Yahoo piange sulla censura, ma i blogger cinesi chiedono più decisione

Oggi il Congresso Usa valuta l'operato di Yahoo, Miscosoft, Google e Cisco, giudicato troppo obbediente verso la censura cinese "per amore dei profitti".

Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Il gigante internet Yahoo ha diffuso ieri sera un comunicato in cui giustifica la posizione tenuta dall'azienda in Cina, chiedendo aiuto sui modi in cui contrastare la forte censura di Pechino sul web. Dalla Cina rispondono che occorrono "fatti e non parole".

Yahoo è accusata di aver passato informazioni al governo cinese che hanno portato all'arresto di due dissidenti. Il comunicato dell'azienda precede di poche ore un incontro del Congresso americano per valutare l'atteggiamento di Yahoo, Microsoft, Cisco e Google, giudicato troppo ubbidiente verso la Cina. Nei giorni scorsi Tom Lantos, un democratico responsabile del Comitato per le relazioni internazionali ha definito "preoccupanti" gli incidenti provocati dalle compagnie di internet americane che hanno "chinato la testa davanti alle pressioni di Pechino". Essi, ha aggiunto, "dovrebbero vergognarsi" per essersi sottomessi a Pechino "per amore dei loro profitti".

Yahoo, Microsoft, Cisco e Google sono accusate di aver aiutato il governo cinese ad oscurare siti democratici e a filtrare informazioni sul web eliminando dai motori di ricerca tematiche giudicate pericolose da Pechino. Di fronte alle critiche internazionali, esse si difendono dicendo di aver ubbidito alle "leggi della nazione in cui operano".

Nel comunicato emesso ieri Yahoo si dice "profondamente preoccupata per gli sforzi dei governi di restringere e controllare l'accesso libero all'informazione e la comunicazione". Senza citare la Cina, il comunicato afferma che "dove un governo ci chiede di restringere i risultati delle ricerche, noi lo facciamo seguendo le leggi e solo in modo che influenzi il meno possibile i risultati … tentando di giungere alla massima trasparenza per l'utente".

Yahoo si definisce impotente nel poter "influenzare le politiche dei governi stranieri" su temi quali "scambio di idee, massimo accesso all'informazione, riforma per i diritti umani" e chiede invece un dialogo fra governi per "giungere a qualche progresso su questi temi politici".

Il comunicato conclude promettendo di lavorare con altre industrie del settore, governi, università, Ong per studiare modalità di lavoro che possano "promuovere i principi della libertà di parola e di espressione".

Un famoso blogger cinese, Zhao Jing, blandisce il comunicato di Yahoo come pure parole "Le azioni gridano più delle parole – ha detto in un intervista al South China Morning Post – noi vogliamo vedere dei fatti reali".

Il mese scorso il blog di Zhao Jing è stato oscurato dal governo cinese con l'aiuto di Microsoft, dopo aver pubblicato alcune critiche sulla censura vigente nella stampa cinese. Secono Zhao i provider internazionali hanno contribuito in passato a diffondere informazioni e libertà di parola in Cina. Oggi essi sono a una svolta "Essi devono scegliere fra continuare a migliorare il loro contributo o andare sulla via opposta", facilitando la censura del governo. "Questa seconda opzione – egli ha aggiunto – sarebbe un disastro per gli internauti cinesi… e [queste ditte] perderanno un gran numero di utenti".

Con oltre 110 milioni di utenti, la Cina è al secondo posto al mondo per numero di internauti.

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