15/12/2015, 00.00
MYANMAR
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Yangon, centinaia di operai in sciopero: stipendi negati per "scarso rendimento"

Un'azienda tessile ha tagliato i compensi di novembre perché i lavoratori non avrebbero raggiunto gli obiettivi di produzione. In risposta 200 operai dal 7 dicembre hanno deciso di incrociare le braccia. I dirigenti disertano un incontro in programma ieri. Citato in giudizio un altro gruppo di operai che ha promosso una protesta il mese scorso.

Yangon (AsiaNews) - Oltre 200 operai del settore tessile di Yangon da sette giorni hanno incrociato le braccia, per protesta contro il mancato pagamento degli stipendi del mese di novembre; i vertici dell’azienda hanno deciso di bloccare i salari perché i dipendenti non avrebbero raggiunto gli obiettivi produzione fissati per il mese. Dal 7 dicembre scorso gli operai - almeno i due terzi della forza lavoro della Hteik Tan Myanmar Garment Factory - hanno promosso lo sciopero radunandosi in un picchetto davanti al complesso 4 del parco industriale di Hlaingthayar, nella capitale commerciale della ex Birmania. 

Moe Sanda Myin, rappresentante dei lavoratori, spiega che i dipendenti hanno ricevuto meno della metà dello stipendio di novembre. “I nostri capi - racconta in un’intervista a Radio Free Asia (Rfa) - ci hanno accusato di non aver raggiunto gli obiettivi prestabiliti”. 

Ieri era in programma un incontro fra una delegazione dei lavoratori e alcuni rappresentanti dell’azienda, per dirimere la controversia; tuttavia, questi ultimi non si sono presentanti annullando all’ultimo l’incontro. Fonti dei lavoratori riferiscono inoltre che, dall’inizio dello sciopero, i capi hanno vietato loro l’uso dei servizi igienici e il dormitorio dove sono soliti riposare la notte. 

Nel frattempo i vertici di un calzaturificio nel distretto 3 di Hlaingthayar hanno citato in giudizio un gruppo di 15 operai che, il mese scorso, ha manifestato chiedendo la riassunzione dei leader sindacali licenziati di recente. Il rappresentante dei sindacato lavoratori Htet Thu Aung non spiega i dettagli della denuncia, ma pare che gli operai debbano rispondere di atti e canzoni oscene, interruzione di servizio, diffamazione e favoreggiamento. 

Il complesso industriale di Hlaingthayar è uno dei più importanti del Myanmar ed è stato teatro di una serie di controversie in tema di lavoro negli ultimi anni. Il primo maggio scorso, in concomitanza con la festa del lavoro, migliaia di operaie hanno marciato per le vie della città chiedendo l’aumento del salario minimo. Esse chiedevano compensi per 4,60 dollari al giorno, a fronte degli attuali 1,40 che percepiscono, fra i più bassi di tutto il Sud-est asiatico. 

Esperti di diritto del lavoro birmani spiegano che la maggior parte delle leggi in tema di lavoro risalgono ancora all’epoca coloniale britannica e mal si conciliano con i rapidi cambiamenti avvenuti negli ultimi anni. 

Al momento non è dato sapere se le aziende implicate nelle proteste producono beni per il mercato interno o per grandi marchi internazionali. 

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