Yangon, concessione con ricatto per i pazienti del centro per malati di Aids

La giunta birmana concede alla struttura dell’Nld di rimanere aperta. Con un cavillo: i permessi devono esser rinnovati di settimana in settimana. Il governo chiedeva lo sgombero per mancanza di condizioni igieniche. Ma per i responsabili del centro si è trattato solo di una mossa politica contro Aung San Suu Kyi.

Yangon (AsiaNews/Agenzie) – Le autorità militari in Myanmar hanno concesso agli 82 pazienti del centro per malati di Aids/Hiv di rimanere nella struttura fino al 1 dicembre. La decisione è arrivata alle 19 di ieri sera. Phyu Phyu Thin, proprietario del rifugio e membro del disciolto partito di opposizione Lega nazionale per la democrazia (Nld), ha raccontato: “Abbiamo potuto registrare di nuovo i pazienti, ma secondo questo sistema i permessi dovranno essere rinnovati ogni sette giorni. E non abbiamo garanzie che siano concessi sempre”.

Lo scorso 24 novembre il ministero della Salute birmano aveva ordinato lo sgombero del centro, adducendo come motivazione la mancanza di condizioni igieniche adeguate. I responsabili della struttura sostenevano invece che la disposizione era nient’altro che una mossa politica, dopo la visita di Aung San Suu Kyi la scorsa settimana. Sia Phyu Phyu Thin che i pazienti erano stati minacciati di arresto qualora si fossero rifiutati di andarsene.

Questo gesto “distensivo” sembra giungere dopo le dure critiche dell’organizzazione International AIDS Society (Ias), riprese in maniera ampia dai media nazionali. Secondo dati forniti dalla stessa Ias, circa 240mila persone, su 51milioni di abitanti, sono infette da Hiv.

Vijay Nambiar, capo dello staff del segretario generale dell’Onu, arriverà domani in Myanmar per incontrare Aung San Suu Kyi, e altri esponenti politici.