18/09/2019, 11.43
MYANMAR
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Yangon, dal comandante dell’esercito visite e donazioni ai non buddisti

Ieri, il gen. Min Aung Hlaing ed i suoi collaboratori si sono recati da musulmani e indù di Yangon. Secondo analisti, i militari tentano di ripulire la propria immagine dopo la crisi Rohingya. Nel 2020, i cittadini birmani prenderanno parte alle seconde elezioni dalla fine della dittatura.

Yangon (AsiaNews/Agenzie) – Nelle ultime settimane il gen. Min Aung Hlaing (foto), comandante in capo delle Forze armate del Myanmar (Tatmadaw), ha fatto visita ed elargito donazioni ad organizzazioni e luoghi di culto non buddisti. Secondo alcuni osservatori, la mossa rappresenta un tentativo di promuovere l'unità tra le diverse comunità della nazione; per altri, essa è dettata da opportunismo politico, dal momento che sul Paese su cui incombono le prossime elezioni generali. Di recente, avevano sollevato polemiche gli stretti rapporti tra i vertici militari ed i movimenti ultranazionalisti. Questi accusano il governo civile di non proteggere le tradizioni e la cultura del buddismo, compito a loro parere svolto dal solo esercito.

Ieri mattina, il generale ha guidato un gruppo di alti ufficiali e le loro famiglie a donare denaro e generi di prima necessità ad un ente ospedaliero islamico nella municipalità di Kyauktada. La delegazione si è poi recata presso il tempio indù di Sri Sri Durga Bari.  Aung Thwin, vicepresidente del Consiglio centrale indù, racconta che i militari hanno lasciato un’offerta di 7,7 milioni di kyat (4563 euro) destinati ad orfanotrofi e cliniche della comunità. Il generale e gli ufficiali hanno visitato anche la moschea di Zafar Shah.

Questa è la terza di una serie di visite del comandante in capo del Tatmadaw a luoghi sacri non buddisti. La scorsa settimana, il gen. Min Aung Hlaing ha devoluto denaro e provviste a gruppi cristiani e musulmani di Mandalay, nonché ai monaci buddisti dei monasteri di Bhamo e Ma Soe Yein. Come gesto per favorire la coesione politica, sociale e religiosa, il generale ha elargito 9,5 milioni di kyat (5630 euro) e 140 sacchi di riso, olio, piselli e sale. Ad agosto scorso, il generale ed i suoi collaboratori hanno visitato e fatto donazioni a cristiani e musulmani di Pyinmana, municipalità nella capitale Naypyidaw.

Dall’agosto 2017, l’esercito è oggetto di forti critiche da parte della comunità internazionale per le violazioni dei diritti umani della minoranza islamica Rohingya nello Stato di Rakhine. Diverse nazioni chiedono che il gen. Min Aung Hlaing sia processato presso il Tribunale penale internazionale. Gli Stati Uniti hanno emesso sanzioni contro di lui, diversi leader militari e le loro famiglie. Secondo analisti politici, i vertici del Tatmadaw stanno tentando di ripulire la propria immagine agli occhi del mondo e della nazione, che il prossimo anno sarà chiamata alle seconde elezioni generali dalla fine della dittatura. Le prime, svoltesi nel 2015, avevano sancito la vittoria della leader democratica Aung San Suu Kyi. La Signora ed il suo partito stanno tentando di cambiare la controversa Costituzione militarista del Myanmar, che riserva al Tatmadaw ampi poteri e interi settori dell’apparato statale.  

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