30/09/2016, 08.53
YEMEN - A. SAUDITA
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Yemen, i raid aerei della coalizione a guida saudita causano nuove vittime fra i civili

Almeno otto le vittime civili in un due diversi attacchi nella provincia d Saada, controllata dai ribelli Houthi. Si allontanano le prospettive di una tregua umanitaria. L’Arabia Saudita respinge i piani di pace se non prevedono il disarmo completo del movimento sciita. L’Onu boccia la richiesta di una commissione indipendente sulle violazioni ai diritti umani in Yemen. 

 

Sana’a (AsiaNews/Agenzie) - È di almeno otto morti fra i civili il bilancio di due diversi raid aerei lanciati ieri dalla coalizione araba a guida saudita nel nord dello Yemen, nelle zone controllate dai ribelli sciiti Houthi. Fonti ufficiali riferiscono che i caccia avrebbero colpito “per errore” un veicolo privato a Razah, nella provincia di Saada, uccidendo cinque persone. In un altro attacco aereo si sono registrate tre vittime, colpite mentre viaggiavano in un veicolo a Shadeh, villaggio anch’esso della provincia di Saada. 

L’area è una roccaforte dei ribelli sciiti Houthi, che dal settembre 2014 hanno assunto il controllo della capitale Sana’a; nei mesi successivi è continuata l’avanzata dei ribelli, che si sono impadroniti di altre province yemenite. 

Attivisti e organizzazioni umanitarie internazionali rinnovano la condanna per i raid aerei della coalizione a guida saudita, che continuano a mietere vittime fra i civili. Il 22 settembre scorso almeno 20 persone sono morte in un altro raid che aveva come obiettivo la roccaforte ribelle di Hodeida, nella zona occidentale del Paese. Anche in quel caso i governativi avevano parlato di un possibile “errore”. 

Intanto si allontana la prospettiva di una tregua umanitaria per portare sollievo a una popolazione martoriata da quasi due anni di violenze. L’Arabia Saudita ha già fatto sapere di non essere disposta ad accettare un piano di pace in Yemen se esso non prevede lo smantellamento della fazione armata Houthi.

Riyadh ha respinto al contempo al mittente una offerta di tre giorni di tregua proposta dai leader ribelli. Il regno [saudita], ha confermato il generale  Ahmed al-Asseri, portavoce della coalizione, non “accetterà la presenza di una milizia armata alla propria porta”. 

Intanto le Nazioni Unite, pur richiedendo una maggiore attenzione sul conflitto, hanno respinto la proposta di una inchiesta indipendente sugli abusi ai diritti umani compiuti nella guerra civile yemenita. Gli esperti Onu affermano che continueranno a lavorare con l’attuale commissione governativa in Yemen, per verificare eventuali violazioni. Attivisti e Ong chiedevano un gruppo “indipendente” per poter verificare con maggiore attenzione gli abusi commessi durante i raid aerei della coalizione, che sostiene il governo. 

Dal gennaio 2015 la nazione del Golfo è teatro di un sanguinoso conflitto interno che vede opposte la leadership sunnita, sostenuta da Riyadh, e i ribelli sciiti Houthi, vicini all’Iran. Nel mese di marzo, i sauditi a capo di una coalizione hanno lanciato raid aerei contro i ribelli nel tentativo di liberare la capitale Sana’a e riconsegnare il Paese al presidente (prima in esilio, poi rientrato) Abdu Rabu Mansour Hadi.

Nei bombardamenti - finiti nel mirino delle Nazioni Unite per le vittime civili, anche bambini - sono morte circa 10mila persone. Almeno 2,5 milioni gli sfollati del conflitto. 

Per l’Arabia Saudita gli Houthi, alleati alle forze fedeli all’ex presidente Ali Abdullah Saleh, sono sostenuti sul piano militare dall’Iran; un’accusa che Teheran respinge. Nel Paese sono inoltre attivi gruppi estremisti legati ad al Qaeda e milizie jihadiste legate allo Stato islamico, che hanno contribuito ad aumentare la spirale di violenza e terrore.

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