30/06/2014, 00.00
INDONESIA

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Yogyakarta, al grido “Allah è grande” ignoti assaltano la parrocchia del Sacro Cuore

di Mathias Hariyadi

Tre gruppi di persone non identificate, a bordo di motocicli, hanno attaccato durante la messa. Presi di mira oggetti e cartelli. Ignote le ragioni alla base delle violenze. Rafforzati i controlli attorno al luogo di culto. Dopo decenni di convivenza pacifica, Yogyakarta teatro di violenze e abusi contro i cristiani.

Jakarta (AsiaNews) - Ancora una comunità cattolica sotto attacco in Indonesia, dove aumentano i casi di violenze e abusi contro le minoranze religiose. Nel mirino la parrocchia del Sacro Cuore a Pugeran, nella zona di South Yogyakarta, presa di mira ieri mattina presto da tre diversi gruppi di ignoti assalitori a bordo di motocicli. L'attacco è avvento in concomitanza della prima messa del mattino: gli autori, vestiti di nero e con il volto coperto da maschere, urlando "Allah è grande", hanno fatto irruzione dentro il perimetro della chiesa. L'assalto è avvenuto in concomitanza con l'inizio del Ramadan, il mese sacro di digiuno e preghiera islamico; in Indonesia è iniziato oggi in via ufficiale, anche se nella maggior parte dei Paesi musulmani esso ha preso il via lo scorso 28 giugno

Secondo quanto riferisce p. Priya Pr, sacerdote della parrocchia del Sacro Cuore, gli ignoti assalitori hanno preso di mira alcuni oggetti e cartelli piazzati dai membri della comunità cattolica locale, la maggior parte dei quali viene esposta solo in occasione delle celebrazioni del fine settimana. Al momento restano ignote le ragioni alla base dell'attacco; le autorità hanno rafforzato i controlli attorno al luogo di culto cristiano, nel timore di nuovi assalti. 

Il mese scorso, sempre a Yogyakarta, alcuni estremisti islamici hanno attaccato un gruppo di cattolici riuniti in preghiera, malmenando il responsabile della comunità; una settimana più tardi, a finire nel mirino dei fondamentalisti è il pastore Niko, leader della comunità cristiana protestante, "accusato" di aver istituito una casa di preghiera "fuorilegge" e priva dei permessi. 

Yoguakarta, nello Java centrale, è stata considerata a lungo il centro più "plurale" del Paese, con dozzine di università e migliaia di studenti provenienti da tutta la provincia. Tuttavia, dopo decenni di convivenza pacifica, negli ultimi tempi hanno iniziato a ripetersi episodi di violenze confessionali, nonostante gli appelli alla calma e alla convivenza pacifica da parte del Sultano (e governatore) Hamengku Buwono X, una figura di primo piano del dialogo interreligioso. 

L'Indonesia, nazione musulmana più popolosa al mondo, è sempre più spesso teatro di attacchi o episodi di intolleranza contro le minoranze, siano essi cristiani, musulmani ahmadi o di altre fedi. Nella provincia di Aceh - unica nell'Arcipelago - vige la legge islamica (sharia), in seguito a un accordo di pace fra governo centrale e Movimento per la liberazione di Aceh (Gam), e in molte altre aree (come Bekasi e Bogor nel West Java) si fa sempre più radicale ed estrema la visione dell'islam fra i cittadini. Inoltre, alcune norme come il permesso di costruzione vengono sfruttate per impedire l'edificazione o mettere i sigilli a luoghi di culto, come è avvenuto nel West Java contro la Yasmin Church. La Costituzione sancisce la libertà religiosa, tuttavia la comunità cattolica (3% della popolazione) è vittima di episodi di violenze e abusi. 

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