18/06/2007, 00.00
IRAQ
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É libero e sta bene il sacerdote caldeo rapito a Baghdad

P. Hani Abdel Ahad è stato rilasciato ieri dopo 12 giorni di sequestro. Chi lo ha incontrato riferisce: “È molto stanco, ma non ha subito maltrattamenti”. Intanto la persecuzione dei cristiani a Baghdad si propaga anche ai quartieri di Alameria e Hai-Aljameea, con bombe nei giardini di casa e minacce di decapitazione.
Baghdad (AsiaNews) – È libero e sta bene p. Hani Abdel Ahad, il sacerdote caldeo rapito lo scorso 6 giugno a Baghdad. Secondo mons. Jacques Issac, rettore del Babel College, che lo ha visitato ieri sera presso l’arcivescovado caldeo nella capitale irachena, il sacerdote “è molto stanco, ma in buone condizioni e non ha subito maltrattamenti” durante i 12 giorni di sequestro.
 
P. Hani, 33 anni, è parroco della  Wisdom Chaldean Church; era stato rapito insieme a 5 giovani cristiani, mentre si recava in visita agli edifici del seminario minore a Baghdad. I ragazzi sono stati rilasciati il giorno successivo, mentre per il sacerdote era stato chiesto “un riscatto molto alto”. I rapitori, probabilmente criminali interessati solo al denaro, hanno subito comunicato la somma richiesta al Patriarca caldeo Emmanuel III Delly.
 
Il rapimento di p. Hani, avvenuto appena tre giorni dopo il barbaro assassinio di p. Ragheed Gani e dei suoi tre suddiaconi a Mosul, è l’ottavo sequestro di un sacerdote caldeo nella capitale. Rapire un sacerdote in Iraq, o peggio ucciderlo, è diventato oltre che fonte di guadagno anche un modo per terrorizzare l’ormai esigua comunità cristiana, rimasta in città nonostante la persecuzione in atto. Dopo la “pulizia” del quartiere di Dora, la campagna di terrore per costringere alla fuga i cristiani ha preso di mira le zone di Alameria e Hai-Aljameea. Secondo fonti di Ankawa.com due famiglie di Alameira che si rifiutavano di lasciare la propria casa sono state convinte a farlo da una bomba esplosa nel loro giardino. Le abitazioni sono state seriamente danneggiate ma nessuno è rimasto ferito. Le due famiglie si sono ritrovate così per strada durante il coprifuoco notturno. Quando hanno tentato di tornare a casa e recuperare alcune delle cose che avevano lasciato, i terroristi hanno minacciati di decapitare tutti e bruciarli. Le minacce di morte non risparmiano nemmeno quei musulmani che cercano di aiutare i vicini cristiani.
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