20/10/2020, 19.04
VATICANO
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​Incontro per la pace: appello per rifiutare la guerra e ‘scegliere la vita’

“Ci sono tanti, troppi conflitti ancora aperti. Ai responsabili degli Stati diciamo: lavoriamo insieme ad una nuova architettura della pace. Uniamo le forze per la vita, la salute, l’educazione, la pace”. Francesco: “Dio chiederà conto, a chi non ha cercato la pace o ha fomentato le tensioni e i conflitti”.

Roma (AsiaNews) – “È arrivato il momento di utilizzare le risorse impiegate per produrre armi sempre più distruttive, fautrici di morte, per scegliere la vita, curare l’umanità e la nostra casa comune”. Sono parole dell’appello col quale si è concluso l’Incontro di preghiera per la pace “Nessuno si salva da solo – Pace e Fraternità”, organizzato dalla Comunità di Sant’Egidio, presente, oltre ai leader religiosi, il presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella.

Nella piazza del Campidoglio, dove, ricorda l’appello, “poco dopo il più grande conflitto bellico che la storia ricordi, le Nazioni che si erano combattute strinsero un Patto, fondato su un sogno di unità, che si è poi realizzato: l’Europa unita”, leader delle maggiori fedi del mondo hanno affermato che “la guerra è un fallimento della politica e dell’umanità”. “Ci appelliamo – prosegue - ai governanti, perché rifiutino il linguaggio della divisione, supportata spesso da sentimenti di paura e di sfiducia, e non s’intraprendano vie senza ritorno. Guardiamo insieme alle vittime. Ci sono tanti, troppi conflitti ancora aperti. Ai responsabili degli Stati diciamo: lavoriamo insieme ad una nuova architettura della pace. Uniamo le forze per la vita, la salute, l’educazione, la pace. È arrivato il momento di utilizzare le risorse impiegate per produrre armi sempre più distruttive, fautrici di morte, per scegliere la vita, curare l’umanità e la nostra casa comune”.

Da parte sua papa Francesco, nel suo discorso, ha ammonito: “La pace è la priorità di ogni politica. Dio chiederà conto, a chi non ha cercato la pace o ha fomentato le tensioni e i conflitti, di tutti i giorni, i mesi, gli anni di guerra che hanno colpito i popoli! La parola del Signore Gesù si impone per la sua sapienza profonda: «Rimetti la spada al suo posto – Egli dice –, perché tutti quelli che prendono la spada, di spada moriranno» (Mt 26,52). Quanti impugnano la spada, magari credendo di risolvere in fretta situazioni difficili, sperimenteranno su di sé, sui loro cari, sui loro Paesi, la morte che viene dalla spada”.

Francesco ha anche ricordato il documento sulla Fratellanza e per la pace mondiale e la convivenza comune, che firmato con il Grande Imam di al-Azhar, Ahmed al-Tayyeb, nel 2019. Documento citato anche da Mohamed Abdelsalam Abdellatif, segretario generale del Comitato superiore della Fraternità Umana, portatore di un messaggio di al-Tayyeb nel quale il Grande imam commenta anche “l'orrendo omicidio a Parigi. Nella mia veste di sheykh di al-Azhar dichiaro davanti a Dio onnipotente che io dissocio me stesso e i precetti della religione islamica e gli insegnamenti del profeta Maometto - su di lui la pace e la benedizione di Dio - da questo peccaminoso atto criminale e da tutti coloro che perseguono questa ideologia perversa e falsa”. 

“È arrivato il momento – si legge ancora nell’Appello - di utilizzare le risorse impiegate per produrre armi sempre più distruttive, fautrici di morte, per scegliere la vita, curare l’umanità e la nostra casa comune. Non perdiamo tempo! Cominciamo da obiettivi raggiungibili: uniamo già oggi gli sforzi per contenere la diffusione del virus finché non avremo un vaccino che sia idoneo e accessibile a tutti. Questa pandemia ci sta ricordando che siamo sorelle e fratelli di sangue”.

“A tutti i credenti, alle donne e agli uomini di buona volontà, diciamo: facciamoci con creatività artigiani della pace, costruiamo amicizia sociale, facciamo nostra la cultura del dialogo. Il dialogo leale, perseverante e coraggioso è l’antidoto alla sfiducia, alle divisioni e alla violenza. Il dialogo scioglie in radice le ragioni delle guerre, che distruggono il progetto di fratellanza inscritto nella vocazione della famiglia umana. Nessuno può sentirsi chiamato fuori. Siamo tutti corresponsabili. Tutti abbiamo bisogno di perdonare e di essere perdonati. Le ingiustizie del mondo e della storia si sanano non con l’odio e la vendetta, ma con il dialogo e il perdono. Che Dio ispiri questi ideali in tutti noi e questo cammino che facciamo insieme, plasmando i cuori di ognuno e facendoci messaggeri di pace”.

Alla fine del discorso di Francesco, c’è stato un minuto di silenzio in memoria delle vittime della pandemia e di tutte le guerre.

Dopo la lettura dell’Appello di Pace Roma 2020, il documento è stato consegnato ad alcuni bambini che lo hanno consegnato agli ambasciatori e ai rappresentanti della politica nazionale ed internazionale presenti. (FP)

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