24/10/2020, 13.04
VATICANO
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​Papa: la Chiesa e il mondo hanno bisogno dell’ingegno e dello stile della donna

“Il mondo, senza le madri, non ha avvenire: gli utili e il profitto, da soli, non danno futuro, anzi a volte accrescono disuguaglianze e ingiustizie. Le madri, invece, fanno sentire ogni figlio a casa e danno speranza”.

Città del Vaticano (AsiaNews) – C’è bisogno dell’“ingegno” e dello “stile” della donna. “Essenziale per la storia della salvezza, non può che esserlo per la Chiesa e per il mondo”. La dignità che sulle orme di Maria è “dovuta” alla donna “che ha portato Dio nel mondo” è stata al centro del discorso che papa Francesco ha rivolto stamattina a docenti e studenti della Pontificia facoltà teologica Marianum, ricevuti in occasione del 70mo anniversario di fondazione.

“Potremmo chiederci: la mariologia oggi serve alla Chiesa e al mondo? La risposta è sì. Andare a scuola da Maria è andare a scuola di fede e di vita. Ella, maestra perché discepola, insegna bene l’alfabeto della vita umana e cristiana”.

Di Maria Francesco ha sottolineato “due elementi, ben evidenziati dalla Scrittura: ella è madre e donna”.

“Madre. Riconosciuta da Elisabetta come «madre del Signore» (v. 43), la Theotokos è anche madre di tutti noi”, anzi “la migliore delle madri (cfr Esort. ap. Evangellii gaudium, 285)”. “La Madonna ha reso Dio nostro fratello e in quanto madre può rendere più fraterni la Chiesa e il mondo. La Chiesa ha bisogno di riscoprire il suo cuore materno, che batte per l’unità; ma ne ha bisogno anche la nostra Terra, per tornare a essere la casa di tutti i suoi figli”.

“La Madonna lo desidera, «vuole partorire un mondo nuovo, dove tutti siamo fratelli, dove ci sia posto per ogni scartato delle nostre società» (Lett. enc. Fratelli tutti, 278). Abbiamo bisogno di maternità, di chi generi e rigeneri vita con tenerezza, perché solo il dono, la cura e la condivisione tengono insieme la famiglia umana. Il mondo, senza le madri, non ha avvenire: gli utili e il profitto, da soli, non danno futuro, anzi a volte accrescono disuguaglianze e ingiustizie. Le madri, invece, fanno sentire ogni figlio a casa e danno speranza”.

“La Madonna – questo è l’altro elemento essenziale – è donna. Il dato mariologico forse più antico del Nuovo Testamento dice che il Salvatore è «nato da donna» (Gal 4,4). Nel Vangelo, poi, Maria è la donna, la nuova Eva, che da Cana al Calvario interviene per la nostra salvezza (cfr Gv 2,4; 19,26). Infine, è la donna vestita di sole che si prende cura della discendenza di Gesù (cfr Ap 12,17). Come la madre fa della Chiesa una famiglia, così la donna fa di noi un popolo. Non a caso la pietà popolare attinge con naturalezza alla Madonna”.

Della donna, ha proseguito Francesco, “ha bisogno la teologia, perché non sia astratta e concettuale, ma delicata, narrativa, vitale. La mariologia, in particolare, può contribuire a portare nella cultura, anche attraverso l’arte e la poesia, la bellezza che umanizza e infonde speranza. Ed è chiamata a ricercare spazi più degni per la donna nella Chiesa, a partire dalla comune dignità battesimale”.

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