18/11/2010, 00.00
PAKISTAN
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“Meraviglioso l’appello del Papa per Asia Bibi. Speriamo in una sentenza rapida”

Peter Jacob, Segretario della Commissione Giustizia e Pace del Pakistan, ringrazia Benedetto XVI per l’appello per la liberazione di Asia Bibi. La speranza è in un verdetto rapido dell’Alta Corte di giustizia sul ricorso presentato dalla donna. Un’intervista esclusiva di AsiaNews.

 

Lahore (AsiaNews) - L’appello di Benedetto XVI per la liberazione di Asia Bibi è “meraviglioso”; la battaglia per la modifica della legge sulla blasfemia approderà la settimana prossima al Parlamento; il ricorso della donna incarcerata è stato presentato, e si spera che la Corte suprema decida di esaminarlo in tempi brevi, con una procedura speciale: questi gli elementi di maggior rilievo nell’intervista che il dott. Peter Jacob, segretario della Commissione Giustizia e Pace nazionale pakistana ha rilasciato ad AsiaNews. Ecco il testo integrale.

 Dott. Jacob, che cosa pensa dell’appello lanciato all’udienza generale di ieri dal santo padre?

 “Credo che sia meraviglioso! Credo che sarà molto utile, quella del Papa è una voce potente, e ci sarà d’aiuto. Sapete, i media in lingua inglese del Pakistan, e chi è attivo nel campo dei diritti umani è ben conscio del caso di Asia Bibi, e stanno conducendo una campagna per fare in modo che questa legge sulla blasfemia sia modificata o abolita. C’è silenzio da parte del governo, sia il governo nazionale che quello federale, che è occupato con la politica ordinaria; e l’uomo della strada, la gente comune del Pakistan, dal momento che i giornali in lingua locale non hanno rilanciato il caso, resta disinformata”.

 C’è la possibilità reale di una modifica nella legge sulla blasfemia?

 “Per quanto riguarda la nostra campagna, posso dire chiaramente che ci sono parlamentari con cui abbiamo avuto contatti, e altri che incontreremo questa settimana e la prossima, quando riapriranno i lavori del Palamento; ci aspettiamo che almeno alcuni di loro metteranno sul tavolo la proposta di modifica della legge”.

 Vi sentite appoggiati dall’Occidente ?

 “Credo che sia giunto il momento, come prima cosa, che la situazione del Pakistan sia esaminata e capita approfonditamente dall’Occidente. E’ triste vedere che la situazione non è buona, ma anche che talvolta neanche le analisi sono buone. La situazione cambia di giorno in giorno, e ci si muove da una sfida all’altra. C’è bisogno che i media compiano un’analisi approfondita. E’ tempo di un grande cambiamento in Pakistan. Ci sono così tante proposte avanzate per le riforme: riforme agricole, riforme sulle leggi e sulla politica, le politiche sui media e sull’istruzione.  E quando sarà il momento, non si tratterà solo di dire pane al pane, ma anche di incoraggiare il cambiamento. Che è quello che il Pontefice ha fatto, chiedendo in buona sostanza al governo del Pakistan di fare qualche cosa, dal punto di vista pratico, per alleviare la sofferenza del popolo.

 Qual è la situazione di Asia Bibi, e quali le prospettive?

 “L’appello contro la sentenza è stato lanciato. Alcune persone hanno incontrato Asia Bibi in prigione e le hanno detto che non sarà dimenticata. La famiglia è in contatto con alcune organizzazioni per i diritti umani. Mi aspetto che il governo e la suprema Corte lavorino insieme, così che il suo appello sia ascoltato. Non tutti gli appelli alla Corte ci mettono un anno, prima di essere esaminati. Il meccanismo giuridico prevede che le persone che hanno bisogno di un giudizio urgente lo abbiano: la Corte può muoversi “suo modo”, e il governo può fare in modo da ridurre la sofferenza di chi aspetta il ricorso. Non è possibile lasciarla libera, anche per la sua sicurezza; fuori dalla prigione persone rilasciate in maniera condizionale possono essere uccise. Ma la Corte può esprimersi sul ricorso rapidamente”.

 

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