Pechino (AsiaNews) - Il divario crescente tra i ricchi delle città e i poveri delle campagne cinesi è uno dei maggiori al mondo. Esso è pari a quello dello Zimbabwe. Il problema, fonte di tensioni sociali, preoccupa la leadership cinese e molti studiosi.
L'Accademia Cinese delle Scienze Sociali, ha pubblicato questa settimana uno studio in cui emerge che dopo 20 anni di riforma economica, gli abitanti delle aree urbane guadagnano 2,8 volte di più di quelli delle zone rurali. Secondo Li Shi, uno degli autori del dossier, "nelle campagne, l'aumento dei costi di sanità e istruzione e la disoccupazione in Cina rendono il divario dei redditi tra città e campagna il più alto al mondo". I residenti delle città ricevono sussidi per istruzione, sanità e disoccupazione: nelle campagne nulla di tutto questo. La maggior parte degli investimenti si convoglia nelle aree urbane; nelle zone rurali invece gli investimenti scarseggiano.
Brian Schwarzwalder, avvocato del Rural Development Institute con sede a Seattle, ha dichiarato: "è un quadro molto triste ed è imbarazzante per questo paese che si dichiara socialista avere un divario di gran lunga superiore a quello della maggior parte delle nazioni".
In Cina, i contadini sono più di 900 milioni e si trovano in condizioni di miseria e disperazione. Gran parte di essi vive con meno di un dollaro al giorno, mentre gli abitanti delle città acquistano case e macchine di lusso. Secondo Li Jingwen, studioso dell'Accademia delle Scienze Sociali, molti contadini lavorano appezzamenti di terra molto piccoli, perciò è molto difficile passare a una produzione industriale che garantisca un rapido aumento degli introiti e uno sviluppo dell'agricoltura e dell'economia rurale.
I redditi delle campagne sono sempre stati inferiori a quelli delle città, ma negli ultimi 20 anni il divario è aumentato. Nel 1980, una persona che abitava in città guadagnava in media 1,8 volte di più rispetto a una che viveva in campagna. Nel 2001, il divario dei salari è salito a 3,1; quello del livello di vita è salito fino a 6 volte e più. L'iniqua distribuzione degli introiti investe anche la popolazione rurale al suo interno. Sempre nel 2001, i contadini delle regioni costiere più ricche in un anno hanno guadagnato in media 3266 yuan (circa 400 euro); i contadini delle regioni centrali hanno guadagnato il doppio; quelli delle regioni occidentali, più povere, hanno guadagnato circa 1600 yuan.
Molti contadini, non riuscendo a guadagnarsi da vivere nelle campagne, sono costretti a emigrare in città, in cerca di lavoro. Molto spesso, si tratta di un lavoro precario e sottopagato, senza contratto, tutele, condizioni sicure. Secondo la Federazione dei sindacati di tutta la Cina, i quasi 100 milioni di lavoratori migranti, molti dei quali contadini, devono riscuotere stipendi per un valore di 100 miliardi di yuan (circa 12,5 miliardi di euro).
Il divario dei redditi città-campagna è una delle principali questioni che l'Assemblea Nazionale del Popolo affronterà il prossimo mese. Intanto già questo mese le autorità hanno pubblicato un documento in cui si impegnano ad aumentare gli aiuti alle campagne fino a 150 miliardi di yuan e a tagliare alcune tasse agricole, per creare sviluppo ed evitare alla popolazione di andare a cercare lavoro nelle città.
Schwarzwalder ritiene che l'unico modo con cui il governo può aumentare il reddito dei contadini è concedere i diritti di proprietà della terra. Il governo garantisce ai contadini l'uso della terra per 30 anni e dal 2002 permette di acquistarne i diritti di uso in cambio di denaro. Ma finora nessuno ha mai acquistato tali diritti, poiché le autorità locali hanno ancora il potere di "ridistribuzione" della terra, se i contadini la lasciano a parenti e amici per andare a cercare lavoro in città. In molti casi i quadri sequestrano le terre a loro discrezione (MR)