Sanaa (AsiaNews/Agenzie) – Almeno dieci persone sono morte nella notte a Sanaa in scontri fra dimostranti e forze di polizia La notizia viene da fonti mediche locali. Scontri violenti sono avvenuti tutta la giornata di ieri in varie città del Paese: il conto delle vittime, fino alla sera, era di 9 morti e di decine di feriti. A Sanaa le forze di sicurezza hanno aperto il fuoco su una folla di decine di migliaia di manifestanti che marciavano verso il palazzo del governo. In quel singolo scontro almeno sei persone sono morte, e un centinaio ferite.
Nella città industriale di Taiz, nel sud del Paese, i cecchini filogovernativi hanno ucciso due persone. Molti i feriti. I manifestanti hanno dato fuoco a un commissariato di polizia e hanno bloccato i palazzi governativi. Nel porto di Hudaida la polizia ha aperto il fuoco su un corteo che voleva raggiungere il palazzo del governo, uccidendo almeno un manifestante. A Sanaa le forze di sicurezza impedivano alle ambulanze di raggiungere i feriti, che sono stati portati in ospedale su motociclette.
Questa nuova strage avrà il probabile effetto di rendere incandescente la situazione domani, venerdì, giorno tradizionale di protesta nella rivolta che da tre mesi infuria nel Paese contro il presidente Ali Abdullah Saleh, al potere da 33 anni. Le trattative per un cambio al vertice sono giunte a un punto di stallo. Ieri un giorno di sciopero generale ha semiparalizzato il Paese. Nella provincia di Maarib gli uomini delle tribù, alleati dei manifestanti, hanno bloccato la produzione di gas e petrolio. Le perdite sono calcolate in circa tre milioni di dollari al giorno.