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Continua la mediazione della Lega Araba e Assad minaccia
Il Comitato dei ministri della Lega ha chiesto a Damasco di porre fine alla sanguinosa repressione. La risposta annunciata per oggi, ma potrebbe slittare. Assad minacia “un terremoto” se ci fosse un intervento contro il suo Paese. Confermate le elezioni municipali del 12 dicembre che il Parlamento aveva chiesto di rinviare a quando la promessa riforma permetterà di avere nuovi partiti.
Damasco (AsiaNews) – La Lega Araba aspetta per questo lunedì una risposta del governo di Damasco alle sue proposte per una soluzione della crisi siriana, mentre il presidente Bashar Al-Assad promette un "terremoto" in tutto il Medio Oriente se ci fosse un intervento militare contro il suo Paese.
In seguito alla visita a Damasco, mercoledì scorso, di una missione della Lega Araba, si era convenuto che i rappresentanti del governo siriano e della Lega Araba si sarebbero incontrati di nuovo questa domenica a Doha, capitale del Qatar. La riunione ha effettivamente avuto luogo, con la delegazione siriana diretta dal ministro degli Esteri Walid Mouallem, e quella della Lega Araba presieduta dallo sceicco Hamad Bin Jassem Jabr al-Thani, primo ministro e ministro degli Esteri del Qatar.
Nel frattempo, la Lega Araba aveva inviato un messaggio a Damasco per protestare per il proseguire della repressione, ma il ministero siriano degli Esteri, sabato, aveva pubblicato un comunicato per esprimere la sua meraviglia riguardante quella protesta, "basata su bugie medianiche”.
Il primo ministro qatari, il quale a Damasco si era dichiarato diplomaticamente ottimista, era più preoccupato ieri, ma nondimeno ha dichiarato che aveva speranze di una risposta positiva, che sarà sottomessa al comitato ministeriale della Lega, mercoledì, nel Cairo.
La preoccupazione dello sceicco si deve alla continuazione della repressione in Siria, con decine di morti (quasi 50 venerdì ed altrettanti sabato), specialmente negli scontri tra l'esercito ed un crescente numero di "disertori", ed alle minacce formulate dal presidente siriano in dichiarazioni al "Sunday Telegraph" di Londra ed al canale "Rossiya 1" della televisione russa, trasmessa quest'ultima domenica sera anche dalla televisione siriana.
Bashar Al-Assad, che non ha parlato della mediazione della Lega Araba, ha detto, tra l'altro, che la Siria si trova, geograficamente e geopoliticamente, nel punto di incontro di due "placche sismiche" e che "ogni tentativo di scuotere la stabilità delle placche sismiche provocherà un enorme sisma in tutta la regione". Il presidente ha ripetuto la minaccia del "terremoto" sia nelle dichiarazioni al giornale britannico, sia in quelle alla televisione russa.
D'altra parte, ha menzionato il "Consiglio nazionale siriano" formato ad Istanbul, per dire che soltanto il popolo siriano potrebbe dare rappresentatività a quel "consiglio", e che in mancanza di quella rappresentatività, è escluso il dialogo politico con lo stesso.
Il presidente siriano ha espresso anche un'opinione che è quella di tutti i siriani, cioè che le sanzioni economiche hanno conseguenze negative non per lo Stato, ma per la gente. Infatti, l'aumento dei prezzi dei beni di consumo ed il mercato nero sono una realtà quotidiana nella vita di tutti i cittadini di questo Paese.
Bashar Al-Assad si è anche riferito alle elezioni locali (municipali) da lui convocate per il 12 dicembre prossimo. In merito, l'agenzia statale Sana ha reso conto della riunione, domenica, del Comitato superiore elettorale sulle candidature per quelle elezioni. Ciò vuol dire che è stato respinta la domanda dell'Assemblea del popolo (Parlamento unicamerale), indirizzata il 21 ottobre al Capo dello Stato, di rinviare quelle elezioni ad un periodo posteriore, quando ci saranno partiti politici ed una nuova Costituzione (per la quale la commissione "ad hoc" creata dal presidente si riunisce oggi per la prima volta). L’appello segna la prima volta che l'Assemblea osa criticare una decisione del presidente, e le elezioni sarebbero le prime dall'inizio delle proteste, il 15 marzo scorso. (JPG).