New York (AsiaNews) - Sono ormai altissime le possibilità che la Palestina possa diventare uno "Stato non membro" delle Nazioni Unite. In attesa dell'Assemblea generale, che dovrebbe votare la questione domani o dopodomani, sempre più Paesi esprimono la loro adesione.
Fra i Paesi europei hanno dato un chiaro segno di adesione Francia, Spagna, Danimarca, Austria, Portogallo. Favorevole anche la Svizzera. In bilico vi è ancora l'Italia. La Gran Bretagna ha annunciato che si asterrà, ma chiede garanzie su una ripresa dei negoziati con Israele senza precondizioni. La Germania ha dichiarato oggi che non sosterrà la richiesta del leader palestinese Abu Mazen.
Giorni fa, personalità dell'Olp, hanno dichiarato di poter contare almeno su 150 voti positivi su 193. Il timore dei palestinesi è che all'ultimo momento diversi Stati si ritirino su pressione di Stati Uniti e Israele - contrari - e di altri Paesi europei.
Lo scorso anno i palestinesi, riconosciuti per ora come osservatori permanenti attraverso l'Olp, hanno fatto il tentativo di presentare richiesta di divenire membro a parte intera dell'Onu, entro i confini del 1967 (prima dell'occupazione israeliana). Ma tale status deve passare per le votazioni del Consiglio di sicurezza, in cui gli Stati Uniti hanno minacciato da subito di porre il loro veto. Da qui questo secondo tentativo di questi giorni.
Israele, che ha lanciato una contro-offensiva diplomatica, teme che l'innalzamento dello status della Palestina, porti anche alla sua entrata nel Tribunale internazionale dell'Aia, aprendo una serie di processi e contenziosi sull'occupazione dei territori palestinesi e l'esproprio da parte di coloni israeliani.
Secondo Israele, uno Stato palestinese dovrebbe nascere da dialoghi bilaterali senza alcuna condizione previa. Ma dal 2010 i palestinesi si sono ritirati dai dialoghi perché Israele non ferma gli insediamenti illegali dei coloni nei territori, "mangiandosi" sempre più la terra che dovrebbe divenire un futuro Stato palestinese e rendendo sempre più difficile una sua continuità territoriale, soprattutto isolando Gerusalemme est dal resto dei territori.
Il ministro francese degli esteri, Laurent Fabius, pur avendo espresso l'appoggio per il voto di domani all'Onu, ha messo in guardia i palestinesi dal creare ostacoli per la pace con Israele con l'entrata nella Corte internazionale.
Di diverso avviso la Svizzera. Secondo il Consiglio della confederazione elvetica, l'innalzamento dello status della Palestina all'Onu permetterà "di rivitalizzare il concetto della soluzione dei due Stati, nella prospettiva dei negoziati di pace israelo-palestinesi".
"Esso aprirà la porta di diverse assise internazionali alla Palestina, nel campo della protezione dei diritti dell'uomo e della lotta contro il terrorismo".
Fonti di AsiaNews, che hanno avuto la possibilità di guardare la bozza della risoluzione Onu, affermano che nel testo si dice in modo esplicito che dopo il riconoscimento come "Stato non membro", la Palestina riaprirà i dialoghi con Israele.