Città del Vaticano (AsiaNews) - "Per desiderio del Papa" sarà dedicato anche al Medio Oriente il Concistoro del prossimo 20 ottobre. L'annuncio è stati dato questa mattina durante i lavori del Sinodo straordinario sulla famiglia, in corso in Vaticano. Quel giorno, il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato, farà una relazione basata su quanto emerso dalla riunione dei nunzi del 3 ottobre e poi "tutti i cardinali e patriarchi che possono essere presenti parleranno della situazione del Medio oriente". Nel riferire la decisione papale, padre Federico Lombardi, direttore della Sala stampa della Santa Sede, ha reso noto che oggi è stato "proposto che il Sinodo faccia un messaggio di solidarietà e vicinanza alle famiglie del Medio oriente, famiglie che per testimoniare la loro fede stanno soffrendo la difficoltà della persecuzione".
Di Medio Oriente aveva parlato anche il cardinale di Les Cayes (Haïti), Chibly Langlois, durante la messa celebrata questa mattina. "Il Sinodo sulla famiglia che riunisce delegati di differenti nazioni - aveva detto - è un luogo favorevole nel quale, con voce umana, noi dobbiamo dire a nome di tutte le famiglie del mondo che tutti noi costituiamo e soprattutto in nome della nostra fede che non appartengono alla dignità umana le ingiustizie eclatanti che tormentano le nazioni, come ciò che accade in Siria, in Iraq, in Africa e in altre parti del mondo, compresa la situazione di Haiti".
Medio Oriente a parte, i lavori del Sinodo proseguono secondo il calendario previsto. Nella odierna terza congregazione generale è emersa l'esigenza di "accompagnare" la vita delle famiglie con una formazione che non si limiti alla preparazione al matrimonio anche per resistere "all'influenza dei mass-media, a volte invadente, nel presentare ideologie contrarie alla dottrina della Chiesa sulla famiglia ed il matrimonio".
Come riferisce la sintesi dei lavori diffusa dalla Sala stampa vaticana, è stato detto che "la Chiesa deve offrire il suo insegnamento in maniera più incisiva, presentando la dottrina non come un elenco di divieti, ma facendosi vicina ai fedeli, così come faceva Gesù. In questo modo, agendo con empatia e tenerezza, sarà possibile ridurre il divario tra la dottrina e la prassi, tra gli insegnamenti della Chiesa e la vita quotidiana delle famiglie. Perché ciò che occorre non è una scelta tra la dottrina e la misericordia, ma l'avvio di una pastorale illuminata, per incoraggiare soprattutto le famiglie in difficoltà, che spesso avvertono un senso di non appartenenza alla Chiesa".
E proprio sulle coppie in difficoltà, i divorziati risposati, è tornato a riflettere il dibattito odierno: a loro, si è detto, la Chiesa deve presentare non un giudizio, ma una verità, con uno sguardo di comprensione, perché la gente segue la verità e segue la Chiesa se essa dice la verità. La "medicina" della misericordia dona accoglienza, cura e sostegno. Anche perché - è stato evidenziato - le famiglie sofferenti non cercano soluzioni pastorali rapide, non vogliono essere una mera cifra statistica, ma sentono il bisogno di essere ispirate, di sentirsi accolte ed amate. Deve essere lasciato più spazio alla logica sacramentale, piuttosto che a quella giuridica. Quanto all'accostamento all'Eucaristia da parte dei divorziati risposati, è stato ribadito che tale sacramento non è il sacramento dei perfetti, ma di coloro che sono in cammino".
Sono state inoltre presentate "tre dimensioni specifiche della famiglia: la vocazione alla vita; la missionarietà, intesa come testimoniare Cristo attraverso l'unità familiare; e l'accoglienza dell'altro, perché la famiglia è la prima scuola di alterità, il luogo in cui si possono imparare la pazienza e la lentezza, in contrapposizione alla frenesia del mondo contemporaneo. Una ulteriore dimensione del nucleo familiare è stata evidenziata anche nella santità, poiché la famiglia educa alla santità, è icona della Trinità, Chiesa domestica al servizio dell'evangelizzazione, futuro dell'umanità".
La riunione di oggi ha anche visto i primi interventi di laici. Il cardinale Luis Antonio Tagle, arcivescovo di Manila, ha introdotto la testimonianza dei coniugi filippini George e Cynthia Campos, impegnati nell'associazione Coppie per Cristo, una "comunità globale unita di famiglie evangelizzatrici che - ha riferito il card. Tagle - accende il mondo con la pienezza dell'amore trasformante di Cristo". George e Cynthia Campos, sposati dal 1987 e genitori di quattro figli, sono impegnati a tempo pieno nella organizzazione composta interamente di laici che dalle Filippine si è diffusa in 163 paesi, con l'obiettivo di rinnovare e rafforzare la vita cristiana e i valori delle famiglie.