Circa 2mila donne e ragazze hanno partecipato ad una marcia di sei chilometri. “Mettere in pratica l’enciclica ‘Laudato sì’ di papa Francesco, che parla di giustizia sociale”. Lo Sri Lanka è tra i cinque Paesi che inquinano di più al mondo le acque degli oceani. Sviluppare buone pratiche a scuola da trasmettere poi in famiglia.
Colombo (AsiaNews) – Circa 2mila tra studentesse, insegnanti ed ex alunne della Holy Family Convent School [scuola cattolica femminile, ndr] di Bambalapitiya, Colombo 04, hanno marciato per sei chilometri per dare un chiaro messaggio alla società: “Proteggiamo l’ambiente, prendiamoci cura della Madre Terra”. Le studentesse (clicca qui per il video) hanno individuato delle “buone pratiche” per salvaguardare il mondo in cui viviamo: primo tra tutti, eliminare i sacchetti di plastica e di polietilene.
Suor Deepa Fernando, preside della scuola, riferisce che la marcia è stata organizzata il 10 settembre dall’Associazione delle ex studentesse (Ppa). L’obiettivo è dare risalto al messaggio dell’enciclica “Laudato sì” di papa Francesco, che “non parla solo di ambiente, ma anche di giustizia sociale. Il papa ha detto in modo chiaro che molte distruzioni dell’ambiente sono provocate dall’uomo e sono il risultato delle attività umane. Egli ha detto inoltre che questo è un tema urgente, che deve essere affrontato nel più breve tempo possibile, altrimenti i bambini non avranno più un posto dove vivere”.
Ogni anno le studentesse si incontrano e sfilano in corteo insieme, ma quest’anno hanno voluto rendere ancora più “speciale” la manifestazione, proponendo soluzioni pratiche e facendosi promotrici di un cambiamento.
“Essendo una scuola cattolica – continua la preside – abbiamo la responsabilità di rispondere all’appello del Santo Padre, il capo della Chiesa cattolica. La sua enciclica ha lanciato un messaggio così forte che non possiamo rimanere in silenzio di fronte alla distruzione della nostra società”.
Suor Deepa sottolinea: “Viviamo in un Paese in via di sviluppo che ha bisogno di progetti per lo sviluppo, ma i nostri mega progetti non sono eco-friendly. Anzi, affliggono in maniera negativa la vita dei poveri e degli emarginati. Gli imprenditori sono mossi da motivazioni egoistiche e non hanno una visione di lungo periodo quando fanno dei progetti. Non pensano al futuro delle generazioni a venire”.
“Noi vogliamo fare la nostra parte – aggiunge – e non useremo più i sacchetti di plastica nelle attività quotidiane. Vogliamo dare un esempio ai nostri bambini e per questo abbiamo piantato un albero nel giardino della nostra scuola”.
Gowrie Indraratna, presidente dell’Associazione delle ex alunne, riferisce che l’obiettivo finale è “creare una grande foresta: per questo stiamo distribuendo 2mila piante tra i bambini della scuola”. Ma l’impegno non finisce con la manifestazione: “Il nostro messaggio deve andare oltre. Siamo tra i cinque Paesi che inquinano di più al mondo le acque degli oceani. Vogliamo che le studentesse portino il messaggio ‘Mai più sacchetti di plastica’ anche nelle loro case. Vogliamo che non portino più a scuola bottiglie, borse o porta-pranzo di plastica”.
Anche le ex alunne, ora mamme, “diffonderanno il messaggio nelle case. In quando donna e madre, anche io diffonderò questa iniziativa quanto più potrò. Credo nella filosofia delle ‘piccole gocce d’acqua che rendono possenti l’oceano’”.