Le cifre della Halo Trust, la più grande Ong per lo sminamento: circa il 25% della popolazione è stato colpito più o meno gravemente dalle mine, eredità dei tempi sovietici e della guerra civile. Negli ultimi 25 anni morti o mutilati 1,5 milioni di persone.
Kabul (AsiaNews/Agenzie) - Mine e ordigni inesplosi in Afghanistan causano almeno 100 morti al mese. La cifra è della Halo Trust, un'organizzazione britannica no-profit, specializzata nello sminamento in ex-zone di guerra.
Farid Homayoon, direttore dell'Halo Trust in Afghanistan, parla chiaro: "L'Afghanistan è uno dei Paesi più minati al mondo con 716 milioni di metri quadri ancora contaminati da mine e pezzi di ordigni inesplosi". "Le mine - aggiunge - hanno colpito in modo diretto o indiretto circa il 25% della popolazione totale".
Milioni di mine sono state piazzate dai russi negli anni dell'invasione sovietica del Paese (tra il 1979 e il 1989) e durante le guerre civili seguite al collasso del regime filocomunista a Kabul.
Homayoon, intervenuto il 3 aprile a Kabul ad una cerimonia per la Giornata Onu contro le mine, rifesisce che "il numero delle vittime uccise ogni mese oscilla tra 70 e 100, cifra in calo rispetto ai 150 - 200 morti mensili registrati nel 2002, ma si tratta ancora di numeri troppo alti".
Secondo le stime dell'Halo Trust, dal 1990, anno d'inizio del programma per lo sminamento del suolo afghano, sono state distrutte più di 320 mila mine antiuomo, 20 mila mine anticarro e più di 78 mila, che giacevano in riserve. Il programma anti-mine fornisce lavoro a 10 mila afghani in tutto il Paese. Homayoon si augura che "l'Afghanistan sia bonificato entro il 2013".
Anche il Segretario generale delle Nazioni Unite, Kofi Annan, ha sottolineato la serietà del problema: "Una singola mina, o anche solo la paura della sua presenza, può tenere in ostaggio un'intera comunità".
In mancanza di dati ufficiali, le autorità ritengono che negli ultimi 25 anni le mine in Afghanistan abbiano ucciso o mutilato un mlione e mezzo di persone.