Secondo i media ufficiali, il nuovo modello si concentra sull’ideologia e i dettami del partito. La norma abbraccia anche i cinesi d’oltremare, Hong Kong e gli abitanti della “ribelle” Taiwan. Previste clausole specifiche anche per le personalità religiose e i fedeli e per i fornitori di servizi internet.
Pechino (AsiaNews) - Pechino ha avviato l’iter legislativo per promuovere il patriottismo tra tutti i cittadini, compresi quelli di Hong Kong, Taiwan e i cinesi d’oltremare. Il massimo organo legislativo del Paese, il Comitato permanente dell’Assemblea nazionale del popolo, sta esaminando da ieri la bozza della legge sulla cosiddetta educazione patriottica. E non vi sono dubbi sul fatto che il Congresso la approverà, a conclusione della tre giorni di sessione in programma questa settimana.
I media ufficiali cinesi hanno accennato alle linee guida della bozza di legge, svelandone in maniera sommaria i contenuti. Secondo quanto riportato, il riferimento normativo è il “pensiero di Xi Jinping” e la legge insisterà sul principio di “unificazione dell’amore per il Paese, dell’amore per il Partito e dell’amore per il socialismo”.
Il progetto di legge dà priorità all’ideologia del Partito comunista e sottolinea l’utilizzo del patrimonio del partito stesso per una istruzione in chiave patriottica. A tal fine, le scuole devono integrare l’educazione patriottica, ovvero l’ideologia e le teorie politiche del partito, in tutte le fasi del processo educativo.
Il progetto di legge stabilisce rituali specifici come l’alzabandiera e cantare l’inno nazionale, proprio per promuovere lo spirito patriottico. La cerimonia settimanale dell’innalzamento dello stendardo nazionale è diventata una pratica comune nelle scuole di Hong Kong, dopo l’entrata in vigore della Legge sulla sicurezza nazionale.
Oltre all’educazione patriottica per i giovani e gli studenti, la norma prevede anche articoli specifici per i cittadini di Hong Kong e Taiwan e per i cittadini cinesi d’oltremare, sebbene Taipei non sia sotto il governo di Pechino. Alcuni analisti ritengono che la Cina stia gettando le basi legali per una successiva - e più che potenziale - guerra da scagliare contro l’isola “ribelle”. Una sezione specifica nella nuova legge è riservata anche ai leader religiosi e ai fedeli. I media ufficiali affermano che l’obiettivo è quello di mantenere l’unità della nazione e la coesione fra i vari gruppi etnici.
Secondo la bozza di legge, i fornitori di servizi internet devono diffondere informazioni che rafforzino lo spirito patriottico e sviluppare nuove piattaforme, nuove tecnologie e nuovi prodotti per l’educazione patriottica online.
Nel recente passato la Cina ha sperimentato una serie di proteste in varie parti del Paese, comprese zone sotto uno stretto controllo come lo Xinjiang e il Tibet, contro la politica “zero Covid” imposta dalla leadership per contenere la pandemia. Alcuni manifestanti e studenti hanno sfidato apertamente il leader supremo Xi Jinping e l’autorità del Partito comunista, cosa rara dopo la repressione del movimento democratico nel 1989. Il malcontento ribolle per un’economia fiacca e per il tasso di disoccupazione giovanile mai così alto. Sembrava che Pechino non riuscisse a trovare una soluzione accettabile a fronte di una situazione assai complessa; tuttavia, lo stesso Xi Jinping ha lanciato in prima persona, ad aprile, una campagna che richiedeva ai membri del Partito di studiare e attuare il suo pensiero e i suoi dettami.