Lahore: ong di difesa delle minoranze religiose condannano violenza della polizia contro manifestanti
di Shafique Khokhar

Il 10 agosto era stato organizzato un convegno per chiedere al governo di rispettare i propri impegni di istituzione di una Commissione nazionale per la tutela dei diritti di cristiani, indù e fedeli di altre religioni. Gli organismi creati finora infatti non sono mai stati efficaci. Joseph Jansen, presidente dell’ong Voice for Justice: "Preoccupante che manifestanti pacifici che chiedono la fine di certe atrocità si trovano soggetti ad arresti e maltrattamenti"


Lahore (AsiaNews) - Le organizzazioni pakistane di difesa dei diritti di cristiani, in dù e altre religioni minoritarie hanno condannato gli atti di violenza della polizia di Islamabad contro i manifestanti della Alleanza delle minoranze del Pakistan (MAP) durante la Giornata nazionale delle minoranze il 10 agosto, in occasione della quale era stato organizzato un convegno.

Secondo Joseph Jansen, presidente dell’ong Voice for Justice, l’ingiustificata violenza contro persone riunitesi pacificamente “rappresenta una grave violazione dei diritti democratici e un affronto ai principi di giustizia”

“In questa importante occasione, dedicata a far luce sulla difficile situazione delle minoranze religiose in Pakistan - ha continuato Jansen -, è scoraggiante vedere gli stessi custodi del diritto ricorrere all'aggressione contro coloro che difendono la causa dell'uguaglianza e della giustizia. Chiediamo alle autorità di rilasciare immediatamente i manifestanti detenuti e garantire la loro sicurezza e il loro benessere”.

“È inoltre profondamente preoccupante che, mentre gli individui responsabili di atti efferati come il rapimento, lo stupro e la violenza contro i minori continuano a eludere la giustizia, i manifestanti pacifici che chiedono la fine di tali atrocità si trovano soggetti ad arresti e maltrattamenti”, ha aggiunto il presidente della ong.

Il 10 agosto il Centro per la giustizia sociale (CSJ) aveva organizzato un convegno per sollecitare i partiti politici a mantenere i loro impegni per la difesa dei diritti delle minoranze. Nonostante la stragrande maggioranza della popolazione sia di fede islamica, Peter Jacob, direttore esecutivo del CSJ ha ricordato i vari momenti storici del Paese in cui è stata ribadita la protezione e l’uguaglianza anche di cristiani e indù, come il discorso di Quaid-e-Azam dell’11 agosto 1947, i quattordici punti di Jinnah (1929), la Risoluzione di Lahore (1940) e il Patto Liaquat Nehru (1950). “Purtroppo - ha aggiunto - l’Assemblea nazionale del Pakistan, nonostante abbia approvato un disegno di legge per l’istituzione di una Commissione nazionale per le minoranze, non ne ha affrontato le lacune affinché l’organismo sia veramente funzionale, efficace e indipendente”.

A tal proposito il Comitato d’azione congiunto per i diritti dei popoli (JAC) ha evidenziato che il disegno di legge non è in linea con i principi di Parigi delle Nazioni unite o con le direttive della Corte Suprema del 19 giugno 2014, chiedendo all’esecutivo la creazione di una Commissione permanente come aveva promesso. Nel 2014 la Corte Suprema aveva ordinato al governo di creare un'istituzione per i diritti delle minoranze con il mandato di "monitorare la realizzazione pratica delle tutele previste per le minoranze dalla Costituzione e dalla legge, e di formulare raccomandazioni politiche per la salvaguardia e la protezione dei diritti delle minoranze".

Invece, ha dichiarato il JAC, “dal 1990, il ministero per gli Affari religiosi ha formato commissioni ad hoc che non sono riuscite a compiere alcun progresso verso le riforme politiche e la risoluzione dei conflitti relativi ai diritti delle minoranze, perché mancavano di una solida base giuridica, di un ampio mandato, di competenze, di indipendenza e autonomia, e di risorse adeguate. Vorremmo che il governo imparasse dagli esperimenti passati e dai problemi già affrontati dalle precedenti commissioni”, ha dichiarato il JAC.

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