13/02/2017, 08.53
MYANMAR
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Aung San Suu Kyi: gruppi etnici, firmate il cessate il fuoco e unitevi al movimento per la pace

La leader birmana è intervenuta a una cerimonia di commemorazione per i 70 anni della conferenza di Panglong. Uno sforzo comune per mettere fine a tutte le violenze che insanguinano il Paese. La pace resta una priorità; tuttavia, scontri etnici e conflitti confessionali mettono a rischio il processo.

Panglong (AsiaNews/Agenzie) - La leader birmana Aung San Suu Kyi ha lanciato un appello a tutti i gruppi etnici armati, perché sottoscrivano un cessate il fuoco che metta la parola fine a tutti i conflitti che, ancora oggi, insanguinano il Myanmar. La Nobel per la pace, attuale Consigliere di Stato e ministro degli Esteri del governo targato Nld (Lega nazionale per la democrazia) ha partecipato ieri ad un evento ufficiale a Panglong. cittadina dello Stato Shan.

Si tratta dello stesso luogo in cui suo padre, il generale ed eroe dell’indipendenza Aung San, ha firmato 70 anni fa il primo accordo di pace fra birmani e minoranze Shan, Kachin e Chin. 

Nel suo intervento a ricordo della Giornata di unità nazionale la “Signora” ha sottolineato che tutti i gruppi etnici “sono ancora in tempo” per unirsi al “movimento per la pace”. “Voglio chiedere a tutti quei gruppi etnici che non hanno ancora sottoscritto il cessate il fuoco nazionale - ha aggiunto Suu Kyi - di avere fiducia in voi stessi e firmare. E, per favore, partecipate” alla odierna Conferenza di Panglong. 

Per la leader democratica birmana e il suo governo il processo di pace per mettere fine a tutti i conflitti che, ancora oggi, insanguinano il Paese rappresenta una delle priorità. Tuttavia, negli ultimi mesi è stata oggetto di pesanti critiche per aver ignorato il dramma della minoranza musulmana Rohingya e non essere riuscita a fermare le violenze verso altri gruppi etnici, in particolare i Kachin nel nord. 

Dal 2011 a oggi le violenze nello Stato settentrionale, al confine con la Cina, hanno causato centinaia di morti e oltre 100mila civili sfollati. Con un’escalation dell’offensiva militate, i gruppi etnici vedono sempre più ristretta la possibilità di raggiungere un cessate il fuoco a livello nazionale. 

L’accordo di Panglong, sottoscritto il 12 febbraio del 1947 fra il generale Aung San e i leader di alcune minoranze etniche del Myanmar, avrebbe dovuto garantire maggiore autonomia e libertà, in cambio di una collaborazione con il governo federale birmano per garantire l’indipendenza dalla Gran Bretagna. Tuttavia, il generale viene ucciso a cinque mesi di distanza dalla firma e l’accordo non è mai davvero entrato in vigore. Anzi, nel tempo le minoranze etniche hanno accusato l’esercito e i governi filo-militari di perpetrare violenze e attacchi, in violazione al patto. 

Nell’agosto scorso governo e (parte) delle minoranze hanno cercato di rilanciare il piano di pace. Un’azione sostenuta con forza anche dalla Chiesa birmana che invoca un “pellegrinaggio di pace per tutto il Myanmar”. 

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