07/02/2008, 00.00
IRAQ
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I baby qaedisti, "facile e utile" preda della propaganda terrorista

In un filmato reso pubblico ieri dalle forze Usa e irachene, bambini al di sotto degli 11 anni simulano azioni terroristiche. Secondo gli statunitensi e Baghdad è la prova della difficoltà in cui versa al Qaeda. Esperti iracheni sottolineano la convenienza di “usare soggetti non sospetti” e denunciano la facilità con cui ormai i piccoli in Iraq imbracciano un fucile.
Baghdad (AsiaNews) – “Segno della disperazione” di al Qaeda in Iraq o strumento dei terroristi, usato “per chiamare alle armi i più giovani” e rinvigorire le fila dei seguaci di bin-Laden. Diverse sono le interpretazioni di autorità statunitensi e irachene al filmato diffuso ieri, in cui bambini al di sotto degli 11 anni manovrano fucili e lanciarazzi, inscenano sequestri e irruzioni armate. Pur non negando l’empasse del terrorismo islamico in Iraq, esperti iracheni sostengono che l’utilizzo di “soggetti come donne e minori non è legato ad una carenza di militanti, ma serve soprattutto ad aggirare i controlli e avere più possibilità di portare a segno un’operazione terrorista”. E al fenomeno forniscono anche un’interpretazione psicologica.
 
Il video propaganda di al Qaeda in Mesopotamia è stato reso pubblico dal Comando militare statunitense in Iraq, che lo ha recuperato, insieme ad altro “girato”, durante un'operazione contro i militanti sunniti ai primi di dicembre. Non è noto, però, quando sono state realizzate la riprese, né quanti bambini coinvolgano. Le immagini mostrano i piccoli, con passamontagna, fermare un uomo su una bicicletta e prenderlo in ostaggio, costringere altri a spostarsi su una macchina, pistole alla tempia, e lanciarsi in assalti contro abitazioni mentre degli addestratori urlano istruzioni.
 
"Non è la prima volta che troviamo materiale del genere", ha detto un portavoce militare statunitense, l’ammiraglio Gregory Smith, secondo il quale si tratta di “un modo per fare proseliti”.
 
Gli esperti iracheni di infanzia contattati da AsiaNews confermano che con probabilità i bambini non hanno subito alcuna costrizione per partecipare agli addestramenti. “Psicologicamente la natura dell’adolescente è estremista – dicono - o bianco o nero, o bene o male. Per questo è molto facile attrarli a sé, tenendo anche conto della ricompensa economica che ricevono”. Da valutare anche l’incidenza sui bambini della massiccia presenza di armi nella loro vita quotidiana. Alcuni abitanti di Baghdad raccontano che i “bambini diventano aggressivi quando hanno in mano i loro fucili-giocattolo; vedono troppa gente con armi in mano, dalla polizia all’esercito alle milizie". Secondo un articolo dell’Afp dell’ottobre scorso, l’unico studio psicologico condotto in Iraq dall’invasione guidata dagli Usa del 2003 è stato sui bambini, da parte dell'Associazione degli psicologi iracheni (API), agli inizi del 2006. Ha scoperto che la violenza sta avendo un impatto profondo su di loro. "Le uniche cose che hanno in testa sono i fucili, i proiettili, la morte, e la paura dell’occupazione Usa”, aveva detto il portavoce dell’API, Marwan Abdullah.
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