Mindanao, la pace difficile del Ramadan

Manila (AsiaNews) – L'isola di Mindanao, famosa per rapimenti, violenze e scontri interreligiosi, ha anche una Settimana di Pace. Dal 1999, a partire dall'ultimo giovedì di novembre, fino agli inizi di dicembre, si festeggia questa Settimana con incontri fra cristiani e musulmani. Il tema è stabilito volta per volta dalla Conferenza dei vescovi e degli Ulama. Il tema di quest'anno è "Guarire con il perdono: la via per uno sviluppo umano totale". Incontri si terranno anche in luoghi dove i cristiani sono piccole minoranze, a Marawi, Basilan e Jolo.

La Settimana è sostenuta anche dal governo. Per l'occasione, Manila ha annunciato alcuni progetti di sviluppo per l'area di Mindanao e ha stipulato un cessate-il-fuoco con i ribelli del Moro Islamic Liberation Front (MILF)

Ma una pace duratura richiede molto più di qualche accordo politico. Nel comunicato ufficiale la Conferenza dei vescovi e degli Ulama afferma la necessità di "una guarigione sociale,… una guarigione mediante il perdono".

Mons. Martin Jumoad, vescovo di Isabella (Basilan) spiega ad AsiaNews l'importanza della Settimana per i giovani: "Essi sono il futuro di Basilan. Dobbiamo convincere le menti dei giovani sul valore della pace".

Basilan (popolazione 300 mila; 70% musulmani; 28% cattolici) è stato il centro di feroci scontri fra militari e banditi del gruppo Abu Sayyaf. Molti civili, compreso un missionario claretiano, sono stati uccisi o presi in ostaggio.

Nonostante la settimana della pace, la tensione è grande. Per questo la Conferenza ha chiesto la presenza dell'esercito.

Anche nel vicariato di Jolo (900 mila abitanti; 3% cattolici) la presenza dei militari è imponente. Tempo fa un medico e suo nipote sono stati rapiti. I banditi hanno chiesto un riscatto di 250 mila dollari USA.

Mons. Antonio Ledesma, della Prelatura di Ipil dice che "la situazione di violenza è così costante e diffusa che sta quasi diventando ovvia". Per questo è necessario non stancarsi e riproporre la riconciliazione "nella nostra società ferita e divisa". (SE)