Dal massacro di Tiananmen la Cina non è cambiata

Hong Kong (AsiaNews) - Wu'er Kaixi, uno dei più noti attivisti del movimento del 1989, ha parlato ieri al Foreign Correspondents' Club di Hong Kong alla presenza di un centinaio di giornalisti, durante il suo soggiorno in città iniziato sabato scorso. L'ex studente non può tornare in Cina perché è nella lista dei criminali ricercati da Pechino per aver partecipato alle manifestazioni studentesche. Per questo, ha ringraziato le autorità di Hong Kong per avergli concesso di partecipare ai funerali della cantante pop Anita Mui Yim-fong, che al tempo aveva sostenuto le proteste studentesche. Wu'er Kaixi ha mostrato apprezzamento per gli sforzi che i cittadini di Hong Kong compiono per combattere per la democrazia con le "armi" della democrazia, dopo il passaggio alla Cina nel 1997. Wu'er Kaixi li invita a non "abbassare la guardia", in un momento in cui la libertà è messa seriamente in pericolo e sempre maggiore è l'urgenza di difenderla. Secondo l'ex studente, che attualmente vive in esilio a Taiwan con la sua famiglia, niente è cambiato nella leadership cinese durante i quindici anni successivi alle tragiche vicende del giugno 1989. In Cina, sostiene Wu'er Kaixi, a dispetto delle aperture e dei progressi in campo economico, vige ancora oggi un regime totalitario di intolleranza e persecuzione delle idee democratiche. Tale dittatura è dimostrata dal tentativo di imporre a Hong Kong l'articolo 23 (che comporterebbe gravi limitazioni e restrizioni alle libertà fondamentali); dalle minacce di risposta militare alle richieste di indipendenza di Taiwan; dal divieto di ritorno in patria per  i dissidenti. (MR)