Il futuro dell'Iraq inquieta i paesi vicini

Kuwait City (AsiaNews) – I ministri degli esteri di Siria, Arabia Saudita, Iran, Egitto, Turchia, Giordania, Kuwait ed Iraq si riuniscono oggi e domani, per cercare di risolvere i problemi di politica interna irachena. Si parlerà dell'unità territoriale dell'Iraq, e del rischio di affidare il potere a gruppi etnici maggioritari. I paesi vicini temono che qualsiasi sbriciolamento del paese dei "due fiumi", possa mettere a repentaglio la stabilità di tutta la regione medio-orientale.

Le proposte di federalismo avanzate recentemente da alcuni partiti curdi iracheni, preoccupano paesi vicini come la Turchia e l'Iran, ambedue con forti minoranze curde.

A questa riunione partecipa anche, Lakhdar Al-Ibrahimi, inviato speciale dell'Onu per l'Iraq, il quale riferirà i risultati dei colloqui avuti coi massimi dirigenti in Iraq, nel corso della settimana scorsa. Ieri, nel corso di una conferenza stampa, Al-Ibrahimi ha riferito che era "impossibile svolgere le elezioni prima della transizione del potere in mano ad un governo iracheno", prevista per il prossimo 30 giugno. L'inviato speciale dell'Onu, ha parlato inoltre, del "timore che possa scoppiare in Iraq una guerra civile simile a quella libanese, nel caso si restasse ancorati alle proprie posizioni".

Sempre ieri, nel corso dell'omelia della preghiera del venerdi, lo sceicco sciita Abdul Mahdi Al-Karbala'i, ha definito la missione di Al-Ibrahimi come "vittoria per il popolo oppresso".

Ieri, prima di salire a bordo dell'aereo che l'avrebbe portato in Kuwait, il ministro degli esteri egiziano Ahmad Maher ha detto: "spetta a tutti i paesi arabi impedire la frantumazione dell'Iraq". Anche il ministro degli esteri kuwaitiano  Sheikh Muhammad Al-Sabbah considera la  "spartizione dell'Iraq,  un reale pericolo per il Kuwait". (P.B.)