Pechino blindata per impedire proteste

Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Un ingente dispiegamento di polizia "veglia" su Pechino mentre si svolge l'Assemblea Nazionale del Popolo (ANP). Come di consueto, molti cinesi da tutta la Cina tentano di manifestare contro ingiustizie e abusi: disoccupazione, salari non pagati, demolizioni forzate delle abitazioni, corruzione dei politici.

Civili con fasce rosse al braccio presidiano la Grande Sala del Popolo, sede della riunione, mentre sul lato opposto, sono schierati ufficiali con cani da fiuto anti-esplosivo. Ulteriori pattuglie di polizia sono presenti in quasi tutte le fermate di autobus. Eccezionali precauzioni sono prese per garantire la sicurezza dei 3000 deputati che risiedono in una dozzina di alberghi della città.

Aumentata l'allerta contro la setta Falun Gong. Reporter senza frontiere ha denunciato la chiusura di alcune chat-line  già prima dell'inizio dell'Assemblea.

Secondo Human Rights in China, la polizia ha preso misure repressive per bloccare le proteste di più di 200 attivisti. Alle persone giudicate "pericolose", sono stati fissati gli orari per andare a lavoro, fare spese e dedicarsi ad altre attività. Ai viaggiatori in partenza e in arrivo è vietato fare deviazioni rispetto alle destinazioni prestabilite.

Jia Jianying, moglie di He Depu, attivista democratico in prigione, è stata ammonita a non uscire di casa durante l'ANP e a limitare le sue attività alle ore lavorative, poiché si trattava di "ordini venuti dall'alto" e in caso contrario ne avrebbe dovuto "subire le conseguenze".

Li Shanna, moglie di Xu Yonghai, un attivista protestante in prigione, è scortata dalla polizia. Il suo supervisore l'ha invitata a non uscire di casa tranne che per recarsi al lavoro.

Fino al 24 febbraio, Jia Qisheng, attivista della democrazia, era per tutto il giorno sotto la sorveglianza di una dozzina di poliziotti in borghese.

Hua Huiqi, cristiano e attivista dei diritti umani, è costretto a uscire di casa usando la macchina della polizia, che presidia l'uscita dell' abitazione.

Anche Liu Jun, 44 anni, è controllato giorno e notte dalla polizia. Liu Jin è paralizzato dalla vita in giù, perché ha lottato per salvare la sua casa di Pechino dalla demolizione. "Incredibile", commenta, "12 poliziotti per un uomo handicappato. Il governo dice di garantirci i diritti umani. Noi non abbiamo nemmeno il diritto di sopravvivere". (MR)