Messaggio Urbi et Orbi: Il perdono di Cristo, la vita, l'amore renda vana la cultura di morte

Africa, Iraq, Terrasanta, terrorismo nella preghiera del Papa


Città del Vaticano (AsiaNews) - Un annuncio, una preghiera, un'esortazione perché la resurrezione di Cristo vinca e guarisca tutte le piaghe che sanguinano sulla faccia della terra. La benedizione Urbi et Orbi (alla città di Roma e al mondo) è stata anzitutto l'annuncio del cuore della fede cristiana, la vittoria di Cristo sulla morte, che "rende più salda la nostra speranza". Giovanni Paolo II è passato poi ad enumerare le diverse situazioni bisognose della speranza del Risorto.

Il Papa si rivolge a Cristo perché trovino "conforto" i "familiari delle tante vittime della violenza",

Infine il Papa esorta l'umanità a trovare in Cristo "il coraggio di opporsi

in modo solidale ai tanti mali che l'affliggono", e soprattutto al "disumano …dilagante fenomeno del terrorismo", che "rende torbida e insicura l'esistenza quotidiana di tanta gente laboriosa e pacifica".

Egli esorta le "istituzioni nazionali e internazionali" e i "responsabili" delle nazioni per trovare – insieme a Cristo – "una soluzione soddisfacente dei persistenti conflitti,

che insanguinano alcune regioni dell'Africa, l'Iraq e la Terra Santa".

Ed infine esorta tutti, "uomini e donne di buona volontà" a costruire una civiltà della vita, del perdono, dell'amore: "La tentazione della vendetta ceda il passo al coraggio del perdono; la cultura della vita e dell'amore renda vana la logica della morte; la fiducia torni a dar respiro alla vita dei popoli".

Tutte queste domande a Cristo ed esortazioni al mondo, diventano un dovere per i cristiani, perché essi siano "tra le contraddizioni del tempo che passa, testimoni convinti e gioiosi del…messaggio di vita e di amore portato nel mondo dal Redentore Risorto".

Dopo la benedizione, Giovanni Paolo II ha rivolto gli auguri alle chiese orientali ortodosse, ricordando che quest'anno cristiani d'Oriente ed Occidente celebrano la Pasqua nello stesso giorno. A causa dei diversi calendari – giuliano e gregoriano, rispettivamente – i cristiani sono spesso divisi anche nel celebrare questa festa cuore del cristianesimo. Il Papa ha detto che prega "il Signore risorto perché tutti noi battezzati possiamo presto giungere a rivivere ogni anno insieme nel medesimo giorno questa fondamentale festa della nostra fede".

Al termine del Messaggio Urbi et Orbi il Papa ha rivolto gli auguri di Pasqua ai popoli del mondo in 62 lingue (di cui 21 asiatiche, dall'ebraico all'urdu, all'hindi, al cinese, vietnamita, cambogiano, giapponese).

Riportiamo qui il Messaggio integrale:

 

"Resurrexit, alleluia - E' risorto, alleluia!".

Anche quest'anno l'annuncio gioioso della Pasqua,

risonato con potenza nella Veglia di questa notte,

viene a rendere più salda la nostra speranza.

"Perché cercate tra i morti colui che è vivo?

Non è qui, è risuscitato" (Lc 24,5-6).

Così l'Angelo rincuora le donne accorse al sepolcro.

Così ripete la liturgia pasquale a noi,

uomini e donne del terzo millennio:

Cristo è risorto, Cristo è vivo tra noi!

Il suo nome ormai è "il Vivente",

la morte non ha più alcun potere su di lui (cfr Rm 6,9).

 

Resurrexit! Oggi Tu, Redentore dell'uomo,

dal sepolcro ti ergi vittorioso per offrire anche a noi,

turbati da tante ombre che incombono,

il tuo augurio di gioia e di pace.

A Te, o Cristo, nostra vita e nostra guida,

si volga chi è tentato dallo sconforto e dalla disperazione,

per udire l'annuncio della speranza che non delude.

In questo giorno del tuo trionfo sulla morte,

l'umanità trovi in Te, o Signore, il coraggio di opporsi

in modo solidale ai tanti mali che l'affliggono.

Trovi in particolare la forza di far fronte al disumano,

e purtroppo dilagante, fenomeno del terrorismo,

che nega la vita e rende torbida e insicura

l'esistenza quotidiana di tanta gente laboriosa e pacifica.

La tua sapienza illumini gli uomini di buona volontà

nel doveroso impegno contro questo flagello.

 

L'opera delle istituzioni nazionali e internazionali

affretti il superamento delle presenti difficoltà

e favorisca il progresso verso un'organizzazione

più ordinata e pacifica del mondo.

Trovi conferma e sostegno l'azione dei responsabili

per una soluzione soddisfacente dei persistenti conflitti,

che insanguinano alcune regioni dell'Africa,

l'Iraq e la Terra Santa.

Tu, primogenito di molti fratelli, fa che tutti coloro

che si sentono figli di Abramo

riscoprano la fraternità che li accomuna

e li spinge a propositi di cooperazione e di pace.

 

Ascoltate voi tutti che avete a cuore il futuro dell'uomo!

Ascoltate uomini e donne di buona volontà!

La tentazione della vendetta

ceda il passo al coraggio del perdono;

la cultura della vita e dell'amore

renda vana la logica della morte;

la fiducia torni a dar respiro alla vita dei popoli.

Se unico è il nostro avvenire,

è impegno e dovere di tutti costruirlo

con paziente e solerte lungimiranza.

 

"Signore, da chi andremo?".

Tu che hai vinto la morte, Tu solo

"hai parole di vita eterna" (Gv 6,68).

A Te noi leviamo con fiducia la nostra preghiera,

che diventa invocazione di conforto

per i familiari delle tante vittime della violenza.

Aiutaci a lavorare senza sosta

all'avvento di quel mondo più giusto e solidale

che, risorgendo, Tu hai inaugurato.

Ci è accanto in questo impegno

"Colei che ha creduto nell'adempimento

delle parole del Signore" (Lc 1,45).

Beata Te, Maria, silenziosa testimone della Pasqua!

Tu, Madre del Crocifisso risorto,

che nell'ora del dolore e della morte

hai tenuto accesa la fiamma della speranza,

insegna anche a noi ad essere,

tra le contraddizioni del tempo che passa,

testimoni convinti e gioiosi

del perenne messaggio di vita e di amore

portato nel mondo dal Redentore risorto.