Rilasciati i 7 cinesi: rapiti per errore?

Baghdad (AsiaNews/Agenzie) – I 7 cinesi rapiti domenica scorsa a Falluja, e liberati lunedì mattino, sono sotto la protezione dell'ambasciata cinese  a Baghdad. Lo ha dichiarato un portavoce dell'ambasciata. I 7 lavoratori erano entrati nel paese dalla Giordania, il mattino dell'11 aprile ed erano stati subito catturati a Falluja. Due di loro sono feriti perché durante il rapimento hanno avuto un 'incidente d'auto. Secondo la Xinhua i 7 , di età fra i 49 e i 18 anni, provengono dalla contea di Pingtan (Fujian) ed erano pescatori e contadini, prima della loro partenza . Alcuni avevano lasciato la Cina 2 mei prima, altri il 9 aprile. Non è chiaro cosa facessero in Iraq. Si suppone che fossero impiegati in qualche ditta cinese che ha firmato contratti per la ricostruzione del paese.

La loro liberazione è avvenuta poche ore prima dell'arrivo del vice –presidente americano Dick Cheney a Pechino. Cheney proveniva da Tokyo, dove la sua visita è stata oscurata dalla notizia dei 3 civili giapponesi tenuti in ostaggio da ribelli irakeni. Il rapimento dei cinesi rischiava di creare scossoni alla presenza di Cheney a Pechino.

Cina e Stati Uniti collaborano nella lotta contro il terrorismo, ma Pechino non ha mai aderito né alla guerra della Coalizione in Iraq, né ha mai pensato di inviare sue truppe in Iraq. Una fonte del Ministero cinese degli Esteri, citata dal South China Morning Post, ha dichiarato che con ogni probabilità  i rapitori "non avevano l'intenzione di prendere i cinesi come ostaggio": in pratica essi potrebbero essere stati rapiti per errore.

L'urgente bisogno di energia da parte dell'economia cinese, spinge Pechino ad avere un basso profilo nella politica internazionale, sottomettendo ogni rapporto alla necessità di garantire lo sviluppo economico del paese. Questo porta la Cina ad essere più vicina a sauditi ed iraniani che non agli Stati Uniti (cfr analisi di d'Orlando, pubblicata oggi).