Al-Sistani agli Usa: "La città di Najaf è una linea rossa"

Najaf (AsiaNews) - L'ayatollah Ali Al-Sistani, massima autorità sciita del paese, ha convocato oggi alcuni rappresentanti sciiti del Governo Provvisorio iracheno, chiedendo loro di riferire un suo messaggio chiaro e deciso agli americani: "La città (sacra) di Al-Najaf è una linea rossa" da non oltrepassare.

Le truppe americane hanno dispiegato intorno a Najaf  2500 soldati con l'intento di penetrare nella città, schiacciare l'esercito di Al-Mahdi e catturare il loro capo, l'imam estremista Moqtada Al-Sadr, responsabile di alcune rivolte a Baghdad, Bassora, Nassiriya e altre zone sciite.

Il giovane imam ribelle Muqtada Al-Sadr, ha lasciato giorni fa, la città di Kufa e si è rifugiato a Najaf, in segno di sottomissione ai massimi capi sciiti ed in cerca di protezione.

Secondo alcuni testimoni oculari, i militari americani hanno distribuito oggi dei volantini nei quali si legge che "Muqtada Al-Sadr è un fuori legge". Questi volantini hanno irrigidito la posizione di Al-Sadr nella trattativa in corso con la coalizione per far terminare i conflitti. Fra le varie proposte di soluzione della crisi, vi è la richiesta di esilio per Al-Sadr, in Iran, respinta sia dall'Iran che da Muqtada Al-Sadr.

Il messaggio di Al-Sistani agli Stati Uniti non è un ultimatum, ma il consiglio di un saggio anziano, per evitare conseguenze indesiderate da tutti. Najaf  è la città sacra per eccellenza, per gli sciiti di tutto il mondo, dall'Iraq all'Afghanistan. Najaf ospita il sepolcro di Ali Bnu Abi Taleb, cugino e genero del Profeta Maometto e IV° Califfo, nonché  Sede oltre millenaria della leadership religiosa sciita mondiale. A Najaf città con 560 mila abitanti, situata a 160 Km a sud di Baghdad, si trova la Al-Hawsa Al-Ilmiyya il seminario del clero sciita. Ogni violazione o ingresso di truppe straniere armate non musulmane, scatenerebbe disordini incontrollati in tutto il paese. Al-Sistani ha esortato le truppe straniere "a rispettare l'inviolabilità dei luoghi sacri", ed ha evitato di fare commenti sulla rivolta dell'Imam Muqtada Al-Sadr. Al-Sistani ha anche taciuto sul rapimento e l'uccisione dei cittadini stranieri in Iraq. Al-Sistani, molto stimato da sciiti, sanniti e cristiani, è definito dalla stampa araba "il Ghandi iracheno". (PB)