Cecchini uccidono ancora, la polizia dice di non sapere chi sono

Ambon (AsiaNews/Agenzie) – Uomini armati su un motoscafo hanno sparato e ucciso oggti, nell'isola di Buru, un bambino di 11 mesi e un cristiano di 38 anni, che stava pescando. Altre 3 persone sono rimaste ferite. Ieri mattina, sempre nello stesso posto e con la stessa dinamica, un ragazzo è morto e una ragazza è rimasta ferita.

Si teme una ripresa delle violenze tra cristiani e musulmani, che nel 2002 hanno firmato un accordo di pace che però non ha mai posto fine alle ostilità. Il conflitto era iniziato nel 1999 e ha causato 5 mila morti e mezzo milione di profughi.

Nessuno dei cecchini è stato ancora catturato dalla polizia, che ha invece arrestato diversi separatisti – che vogliono costituire una Repubblica delle Molucche del Sud (RMS) - accusati di aver partecipato agli scontri della scorsa settimana ad Ambon. "Ci stiamo occupando della Repubblica delle Molucche del Sud (RMS), ma non sappiamo dire se i cecchini ne fanno parte. Potrebbero appartenere a un altro gruppo", ha detto il capo della polizia delle Molucche, gen. Bambang Sutrisno, che non ha voluto spiegare come mai non è stato arrestato alcun cecchino. Qualche informazione è stata invece data da Endro Prasetyo, portavoce della polizia delle Molucche, secondo il quale la polizia paramilitare (Brimod), inviata da Jakarta il 25 aprile per prevenire nuovi attacchi, ha setacciato l'area e sparato ad alcuni cecchini. "Alcuni sono stati colpiti, ma la loro identità resta ignota, perché sono stati soccorsi dai loro complici", ha detto.

Continuano intanto le polemiche per il presunto coinvolgimento di membri dell'esercito negli scontri. Il capo dell'esercito indonesiano (TNI) gen. Endriartono Sutarto, minacciando di citare in giudizio chi accusa il TNI di violenze, ha dichiarato: "Se si riesce a fornire prove attendibili che mostrino il coinvolgimento dei soldati negli scontri, arresterò i soldati che saranno processati". (MR)