La Jemaah Islamiah dietro l'uccisione di 12 cristiani a Poso

Jakarta (AsiaNews) – L'uccisione di 12 cristiani a Poso, avvenuta alcune settimane fa, è da attribuire al gruppo della Jemaah Islamiah (JI), legato ad Al Qaeda. Lo ha affermato in una conferenza stampa il capo della Polizia Indonesiana, gen. Da'i Bachtiar lo scorso 1 Novembre, definendo il gruppo terroristico "molto armato e ben organizzato".

Negli scorsi 11 e 12 ottobre un gruppo di militanti ha attaccato alcuni villaggi cristiani a Poso Pesisir, nelle Sulawesi Centrali, facendo 12 morti. Giorni prima, il 9 ottobre un altro gruppo ha attaccato il villaggio di Beteleme, vicino a Morowali, uccidendo 3 cristiani e bruciando 30 case. "Non vogliamo vedere il ritorno alla situazione di due anni fa", ha commentato il gen. Bachtiar. Fra il 1999 e il 2001 in varie parti dell'Indonesia sono scoppiati conflitti interreligiosi, soprattutto nella zona di Ambon e nel Natale 2000 a Jakarta. Gli scontri sanguinari hanno fatto almeno 2 mila vittime.

La dichiarazione del gen. Bachtiar lega gli attacchi a Poso al gruppo della JI, ritenuto responsabile di una serie di esplosioni in Indonesia, fra cui Bali (con 202 morti) e l'hotel Marriot di Jakarta (12 morti e 147 feriti).

Da parte sua il Ministro del Welfare Jusuf Kalla ha rivelato che nella zona delle Sulawesi Centrali sono presenti diversi campi di addestramento alla guerriglia. È probabile che le violenze siano nate proprio per eliminare sguardi indiscreti attorno alla zona dei campi. Il Ministro Jusuf Kalla è stato lo sponsor di una tregua di pace fra musulmani e cristiani (nota come Accordi di Malino), firmata nel dicembre 2001, che ha portato la pace nella zona, dopo due anni di conflitti.

In seguito alle violenze dell'ottobre scorso, la polizia ha lanciato una serie di raid e di caccia all'uomo nella giungla, arrestando 38 militanti e uccidendo in scontri a fuoco 12 persone sospette. Fra gli uccisi vi è un certo Madong, il capo del gruppo che ha assaltato i villaggi. Madong è stato scelto come capo da Mustofa, un musulmano che ha combattuto coi Talebani in Afghanistan, ed era originario di Lamongan (East Java), lo stesso paese da cui provengono Ali Imron e Ali Ghufron (Mukhlas), condannati per la strage di Bali. Intanto, i due ritenuti i "cervelli" della strage di Bali, i due malaysiani Azahari Husin e Noordin Mohammad Top, sono sfuggiti a una retata della polizia nel West Java e sono ricercati come "minaccia nazionale" in tutto l'arcipelago. Husin era professore di statistiche presso il Malaysian Institute of Techonoly ed è un esperto di esplosivi. È ritenuto il capo della JI di tutto il sud-est asiatico. Alcuni collaboratori di Husin e di Top, arrestati, hanno rivelato che il gruppo preparava nuovi attentati.

Il Ministro per la Politica e la Sicurezza, gen. Susilo Bambang Yudhoyono, ha chiesto a tutti gli indonesiani di vigilare specie durante il mese di Ramadan e durante le festività natalizie.

(HM 3/11/2003)