Elezioni truccate, Shevardnadze rischia la guerra civile

Tblisi (agenzie) – La repubblica ex sovietica di Georgia è sull'orlo di un terremoto sociale, mentre decine di migliaia di manifestanti chiedono le dimissioni del presidente Eduad Shevardnadze. Dopo le elezioni del 2 novembre, definite "corrotte" sia da osservatori internazionali che dall'opposizione, sono seguite ben due settimane di proteste attorno al Palazzo del parlamento. Il partito di Shevardnadze è accusato di violenze, intimidazioni e manipolazione delle urne e dei conteggi. Almeno 20 mila persone hanno manifestato venerdì 14 novembre, gridando "sabi, sabi" ("va' via! va' via!") in vicinanza dell'ufficio di Shevardnadze.  Una fila di poliziotti teneva a debita distanza la folla, mentre in vicinanza centinaia di soldati e carri armati erano pronti ad intervenire. I risultati parziali delle elezioni vedono vittorioso il blocco governativo "Per una Nuova Georgia", seguito dal partito d'opposizione "Rinascita" e dal radicale "Movimento Nazionale". I risultati elettorali completi saranno resi pubblici questa settimana.