Mons. Giacomo Su Zhimin riappare nelle mani della polizia

Il vescovo cattolico sotterraneo era scomparso da più di 6 anni. Molti governi e associazioni avevano chiesto per anni la sua liberazione


Roma (AsiaNews) – Mons. Giacomo Su Zhimin, 72 anni, sequestrato dalla polizia nell’ottobre 1997, per la prima volta dopo più di 6 anni, è stato visto in ospedale a Baoding (Hebei). Notizie diffuse dalla Kung Foundation di Stanford (Connecticut, USA), dicono che Mons. Su Zhimin è stato portato all’ospedale per essere sottoposto a un’operazione agli occhi e per delle cure al cuore. Chi l’ha visto afferma che il vescovo, grande testimone della libertà della Chiesa, era circondato da almeno 20 poliziotti della Pubblica Sicurezza. Il giorno dopo, però, alcuni fedeli hanno chiesto di lui all’ospedale, ma il nome del vescovo non era stato registrato fra i pazienti.

Il vescovo Su Zhimin è stato arrestato l’8 ottobre 1997. Molti governi e associazioni cattoliche, fra cui AsiaNews, aveva domandato notizie su di lui e chiesto la sua scarcerazione. Ma per tutto questo tempo il governo cinese non aveva fatto mai sapere nulla. Insieme al suo ausiliare Francesco An Shuxin, imprigionato e scomparso dal 1997, è uno de vescovi da più tempo in prigione.

Nel ’99 il p. Bernardo Cervellera PIME, durante la visita a Roma di Jiang Zemin, con una lettera aperta, ha domandato informazioni sui due vescovi. Il portavoce dell’allora presidente Jiang Zemin aveva risposto che "non ne sapeva nulla" e che "se erano stati imprigionati è segno che avevano fatto qualcosa contro la legge cinese". In realtà i due vescovi sono scomparsi senza essere mai stati processati.

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Mons. Su Zhimin è stato arrestato almeno 5 volte nella sua vita, per un totale di 27 anni. Egli appartiene alla Chiesa sotterranea e ha sempre rifiutato di iscriversi all’Associazione Patriottica, la struttura del Partito Comunista che controlla la Chiesa cattolica in Cina. Nell’aprile ’96 è sfuggito a una nuova cattura e si era nascosto. In questo periodo aveva scritto al Comitato permanete dell’Assemblea Nazionale del Popolo, chiedendo loro di rispettare fino in fondo la Costituzione Cinese, che afferma – almeno teoricamente – la libertà religiosa.

Da alcuni anni il governo cinese ha lanciato una campagna per la soppressione della Chiesa cattolica sotterranea, obbligando sacerdoti, vescovi e laici a sottoscrivere l’appartenenza alla Associazione Patriottica. Secondo un documento segreto del Partito Comunista, chi rifiuta deve essere "eliminato" o "isolato", negandogli ogni possibilità di svolgere il ministero.

Attualmente, secondo stime di AsiaNews, vi sono almeno 50 vescovi e preti in arresto o impediti nel loro lavoro pastorale.