Positivi i primi colloqui per ridurre i rischi nucleari

La Chiesa indiana: cooperare è meglio che odiarsi e distruggere


New Delhi (AsiaNews) – "Ogni iniziativa in favore della pace fra le due nazioni e fra quelle vicine è sempre benvenuta. Senza il dialogo i sospetti crescono e le incomprensioni aumentano. Spero che questa iniziativa faccia crescere il dialogo sui temi che interessano gli abitanti di entrambi i paesi e porti alla cooperazione e all'amore reciproco, invece dell'odio e della distruzione". Mons. Percival Fernandez, segretario generale della Conferenza episcopale indiana, commenta ad AsiaNews i risultati dei colloqui indo-pakistani, terminati ieri a New Delhi.

Per la prima volta da quando possiedono la bomba atomica, India e Pakistan hanno avuto colloqui ufficiali il 19 e il 20 giugno, conclusisi con successo. I due paesi avevano compiuto test nucleari nel 1998 in un clima di reciproca aggressione. Il clima dei colloqui è stato giudicato "ottimo". Entrambe le delegazioni hanno riconosciuto "la necessità di promuovere uno sviluppo di pace stabile e sicurezza tra i due paesi" e di lavorare per una "stabilità strategica". Secondo un editorialista indiano, l'atmosfera tra i due paesi è simile a quella fra Usa e Urss negli anni Settanta. Le due delegazioni hanno riconosciuto che le capacità nucleari dei due paesi sono "un fattore di stabilità" e non accettano un disarmo completo.

Fra i risultati del colloquio: la creazione di una linea "rossa" diretta tra i due ministri degli esteri "per prevenire incomprensioni e ridurre i notevoli rischi di carattere nucleare". Un collegamento simile tra i due massimi generali delle operazioni militari, in funzione ogni martedì - anche durante i periodi di maggior tensione, compresa la guerra del Kargil - sarà "migliorata, resa più veloce e sicura". Le due parti hanno pure affermato di voler continuare consultazioni bilaterali sulla sicurezza e sulla non-proliferazione nucleare.

India e Pakistan hanno riaffermato la moratoria unilaterale per nuovi test nucleari, a meno che eventi straordinari mettano in pericolo i rispettivi interessi nazionali  e si sono impegnati a ridurre il rischio di un uso accidentale o non autorizzato degli armamenti nucleari sotto il proprio controllo.

Gli analisti ritengono che il nuovo governo indiano abbia serie intenzioni per far progredire il processo di pace; il nuovo primo ministro, Manmohan Singh, si gioca molto sia sul versante interno che sul piano internazionale. India e Pakistan vogliono essere riconosciuti come stati che possiedono armi nucleari, alla pari delle cinque grandi potenze; per questo chiedono colloqui fra le potenze nucleari. (NC)