Arrestati 13 attivisti per le proteste contro il caro benzina
La notizia, riportata oggi dai media di Stato, indica la preoccupazione della giunta per il malcontento popolare seguito all’aumento del carburante. I detenuti fanno parte del movimento “Studenti della Generazione 88”. Annunciate nuove manifestazioni.

Yangon (AsiaNews/Agenzie) – La giunta militare birmana ha arrestato 13 attivisti per la democrazia, che avrebbero “minato la stabilità e la sicurezza nazionale” partecipando ad una manifestazione contro il rincaro dei carburanti. La notizia è riportata oggi dai quotidiani governativi, che danno anche tutti i nomi dei detenuti. Secondo analisti, con un annuncio così plateale, i generali tentano di scoraggiare ulteriori proteste, in un’atmosfera sempre più tesa.

Gli arresti, operati ieri nella tarda serata, arrivano due giorni dopo che circa 400 persone a Yangon, sono scese in piazza per protestare contro il vertiginoso aumento del costo della benzina, deciso dalla giunta lo scorso 15 agosto. Il provvedimento, immotivato, ha subito fatto scattare il rincaro dei biglietti dei mezzi di trasporto pubblici e dei prodotti base, mettendo in ginocchio la popolazione.

Tra gli arrestati alcuni attivisti di spicco del gruppo di ex prigionieri politici “Studenti della Generazione 88” come Min Ko Naing, Ko Ko Gyi, Htay Win Aung, Min Zeya, Mya Aye e Kyaw Min Yu. Gli altri sono Zeya, Kyaw Kyaw Htwe, Arnt Bwe Kyaw, Panneik Tun, Zaw Zaw Min, Thet Zaw e Nyan Lin Tun. Secondo il gruppo per i diritti umani US Campaign for Burma, altri 5 studenti universitari e 3 attivisti sono stati arrestati ieri in differenti operazioni della polizia; la notizia, però, non è riportata dai media di Stato.  

La tensione nel Paese continua a rimanere alta: le autorità hanno aumentato le misure di sicurezza intorno ad università e scuole superiori, tradizionali centri di proteste, mentre il “Comitato per lo sviluppo del Myanmar” ha annunciato per oggi a Yangon un’altra manifestazione.