Nuovo processo contro Alì il Chimico
Il cugino di Saddam è alla sbarra con altri 14 ex funzionari del regime, tutti accusati di crimini contro l’umanità per la strage di 100mila sciiti del 1991. Alì Hassan al-Majid è già condannato a morte per la campagna di Anfal contro i curdi nel nord Iraq.
Baghdad (AsiaNews/Agenzie) – Si è svolta ieri a Baghdad la prima udienza del processo a 15 ex fedelissimi di Saddam Hussein, tra cui Alì Hassan al-Majid - ex ministro della Difesa, noto come “Alì il Chimico” - già condannato a morte in primo grado. Sono tutti accusati di crimini contro l'umanità e rischiano la pena capitale per impiccagione, in relazione alla strage di sciiti avvenuta nel 1991.
 
In quell’anno, il 2 marzo, subito dopo il ritiro delle forze irachene dal Kuwait sconfitte dall'intervento militare guidato dagli Usa, nel sud dell'Iraq a maggioranza sciita scoppiò una rivolta contro il regime di Saddam, dominato dalla minoranza sunnita. La repressione, durata fino alla metà di aprile e compiuta dalle truppe scelte del regime, portò alla morte di 100mila persone.
 
Il cugino dell’ex rais, detto “il Chimico” per l’uso delle armi di distruzione di massa contro i curdi del nord, è già stato condannato a morte in relazione al massacro di 182mila curdi, avvenuto nel 1988 all’interno della campagna Anfal; un verdetto per il quale ha presentato appello. Se il suo ricorso sarà respinto, cadranno le altre accuse e sarà giustiziato entro 30 giorni dalla sentenza.
 
Mentre si svolgeva il processo ieri, centinaia di manifestanti sono scesi in piazza ad Amara, capoluogo di Missan, una delle province meridionali più colpite, per ricordare la strage e per chiedere la pena di morte per gli imputati.