Può tornare in patria l'ex premier Sharif, esiliato da Musharraf
Lo ha deciso ieri la Corte Suprema del Paese, che ha esteso la sentenza anche al fratello del politico, esiliato nel 2000. Subito dopo la lettura del verdetto, proteste anti-governative davanti al tribunale.
Islamabad (AsiaNews/Agenzie) – Potrà ritornare in patria dopo sette anni di esilio l’ex primo ministro pakistano Nawaz Sharif, cacciato dall’attuale presidente Musharraf subito dopo il golpe militare del 1999. Lo ha stabilito ieri la Corte Suprema pakistana, che ha esteso la sentenza anche al fratello del politico, Shahbaz, esiliato nel 2000.
 
La sentenza è stata letta dal presidente della Corte, il giudice Iftikhar Chaundry, noto per essere uno strenuo oppositore del governo in carica, da poco rientrato alla guida dell’organismo dopo diverse settimane di arresti domiciliari ordinati dallo stesso Musharraf.
 
I fratelli Sharif, ha sottolineato Chaundry, “possono tornare in Pakistan senza alcun problema. Essi hanno il diritto inalienabile di vivere qui”. Fino ad ora, entrambi gli esiliati hanno vissuto a Londra, da dove hanno definito il pronunciamento “una vittoria per la democrazia, ed una sconfitta per la dittatura”.
 
Dopo la lettura della sentenza, centinaia di sostenitori dell’ex premier hanno sacrificato due capre davanti al tribunale, ed hanno poi cantato slogan come “Vattene Musharraf” e “Musharraf sei un cane”. Nawaz Sharif, sulla carta tuttora leader della Lega musulmana del Pakistan, non ha ancora deciso se candidarsi o meno alle prossime elezioni presidenziali, ma ha annunciato che “farà di tutto” per contestare Musharraf.