Papa: Gesù, la “porta stretta", e Maria, la “porta del Cielo”
Seguire Cristo in una vita nell’amore, nella misericordia e nella verità sono la “carta d’identità” per essere amici di Gesù e il “passaporto” per entrare nella vita eterna. Un saluto a leader religiosi del Kazakistan.

Castel Gandolfo (AsiaNews) – “Cari fratelli e sorelle, se vogliamo … passare per la porta stretta, dobbiamo impegnarci ad essere piccoli, cioè umili di cuore come Gesù. Come Maria, sua e nostra Madre. …. Il popolo cristiano la invoca quale Ianua Caeli, Porta del Cielo. Chiediamole di guidarci, nelle nostre scelte quotidiane, sulla strada che conduce alla "porta del Cielo". All’Angelus di oggi Benedetto XVI ha unito la devozione a Maria con le esigenze del Vangelo. E lo ha fatto anche per spiegare un passo della Sacra Scrittura che è “sconcertante”, citato nella liturgia di questa domenica, quando Gesù afferma: "Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, vi dico, cercheranno di entrarvi, ma non ci riusciranno" (Lc 13,23-24). Il pontefice ha chiarito che nel cristianesimo non ci sono “passaggi privilegiati”: “il passaggio alla vita eterna è aperto a tutti, ma è ‘stretto’ perché è esigente, richiede impegno, abnegazione, mortificazione del proprio egoismo”. E ancora: “Egli è l’unico Redentore e invita tutti al banchetto della vita immortale. Ma ad un’unica e uguale condizione: quella di sforzarsi di seguirlo ed imitarlo, prendendo su di sé, come Lui ha fatto, la propria croce e dedicando la vita al servizio dei fratelli. Unica e universale, dunque, è questa condizione per entrare nella vita celeste”.

Sempre rifacendosi alla liturgia di oggi, il papa esclude l’uso della pratica religiosa come “fonte di sicurezza” e di “falsi meriti”. “Nell’ultimo giorno – aggiunge Benedetto XVI - non è in base a presunti privilegi che saremo giudicati, ma secondo le nostre opere. Gli "operatori di iniquità" si troveranno esclusi, mentre saranno accolti quanti avranno compiuto il bene e cercato la giustizia, a costo di sacrifici. Non basterà pertanto dichiararsi ‘amici’ di Cristo vantando falsi meriti: ‘Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze" (Lc 13,26). La vera amicizia con Gesù si esprime nel modo di vivere: si esprime con la bontà del cuore, con l’umiltà, la mitezza e la misericordia, l’amore per la giustizia e la verità, l’impegno sincero ed onesto per la pace e la riconciliazione. Questa, potremmo dire, è la ‘carta d’identità’ che ci qualifica come suoi autentici ‘amici’; questo è il ‘passaporto’ che ci permetterà di entrare nella vita eterna”.

 Dopo la preghiera mariana, nei saluti nelle diverse lingue, il papa ha salutato in particolare un gruppo di leader musulmani, ortodossi, luterani e cattolici del Kazakistan, che dopo alcuni incontri a Padova e Assisi, saranno in visita al Vaticano. “I vostri incontri – ha detto il pontefice –sono un segno certo di speranza che la mutua comprensione e rispetto fra comunità religiose può superare la sfiducia e promuovere la via della pace che sorge dalla verità. Siate sicuri della mia preghiera per il successo della vostra visita e possano i vostri sforzi portare molto frutto alla nobile terra del Kazakistan e altrove!”.

Il papa è stato salutato con calore da tutti i presenti, con canti, slogan, bandiere, striscioni. Fra i pellegrini erano presenti anche molti coreani.