Accordo tra leader politici, ma la riconciliazione è ancora lontana
Sciiti, sunniti e curdi hanno annunciato un accordo su alcune “questioni chiave”. Plauso della Casa Bianca, ma analisti rimangono cauti. Il blocco sunnita avverte: continua il boicottaggio del governo.

Baghdad (AsiaNews/Agenzie) – Leader iracheni sciiti, sunniti e curdi, hanno annunciato ieri di aver raggiunto un accordo su alcune questioni chiave considerate di primaria importanza per uscire dalla paralisi politica che ha bloccato il governo del premier sciita Nouri al-Maliki. L’evento – ha spiegato il primo ministro - è il “secondo passo” verso la riconciliazione nazionale, dopo la formazione della nuova alleanza tra partiti sciiti e curdi. Scettici molti analisti, soprattutto dopo che oggi il blocco sunnita in Parlamento, che ha innescato la crisi di governo - ha avvertito che continuerà il suo boicottaggio.

Pochi i dettagli dell’accordo resi noti: i leader hanno accettato di aprire agli ex esponenti del partito di Saddam Hussein, il Baath, incarichi governativi e cariche elettive; si è deciso di organizzare al più presto elezioni regionali; di liberare i prigionieri detenuti senza processo e si sarebbe tentato anche di trovare posizioni comuni sulla legge per la distribuzione dei proventi del petrolio.

L'iniziativa è stato accolta in modo positivo dalla Casa Biaca. Negli Stati Uniti cresce l’attesa per la presentazione, tra due settimane, del rapporto del gen. David Petraeus, a capo dell’esercito americano in Iraq, e dell’ambasciatore Ryan Crocker, sui progressi della politica statunitense nel Paese mediorientale.

Maliki è apparso in tv assieme agli altri quattro leader: il presidente dell’Iraq, il curdo Jalal Talabani, i vice presidenti, Tareq al-Hashemi (sunnita) e Adel Abdul-Mahdi (sciita), e Masoud Barzani, presidente della regione semiautonoma del Kurdistan. Molti analisti, però, rimangono cauti e vedono nell’apparizione televisiva di ieri più una "mossa per dare l'idea di un senso di movimento” all’interno del governo, che un evento con un reale significato politico. Lo stesso Hashemi ha detto di aver preso parte ai colloqui in veste di vice presidente, ma di non sapere se il suo partito - l’Iraqi Islamic Party, parte del blocco sunnita Iraqi Front - si unirà all’alleanza curdo-sciita. A confermare le difficoltà di una possibile riconciliazione le dichiarazioni del portavoce dell'Iraqi Front, Saleem al-Jubouri, secondo il quale l'accordo di ieri non è sufficiente a garantire il rientro dei suoi ministri nel Gabinetto di governo.