Un gruppo cristiano "regala" speranza a bambini dello tsunami
di Melani Manel Perera
La Christian Children’s Fund lancia nuovi programmi di sviluppo nel distretto di Hambantota, dove il 60% degli abitanti vive in condizioni di indigenza dopo il maremoto del 2004. Un bambino buddista racconta la sua gioia nel ricevere gli aiuti: “ora posso dedicarmi ai miei studi”.
Colombo (AsiaNews) – Circa 6mila bambini di famiglie colpite dallo tsunami del dicembre 2004 nel distretto di Hambantota, 394 km a sud di Colombo, possono dire oggi di avere speranza in un “futuro migliore”: Il merito è di un’organizzazione cristiana, la Christian Children’s Fund (CCF), che ha attivato vari programmi di sostegno in 7 zone di questo distretto, tra i più poveri dello Sri Lanka. “Aiutiamo, ad esempio, i bambini nell’istruzione – spiega Devaka Amarasena, direttore dell’are per la CCF – ma allo stesso tempo ci occupiamo anche dello sviluppo delle loro famiglie”. I campi in cui l’organizzazione è impegnata spaziano dall’educazione, alla nutrizione, assistenza sanitaria e insegnamento professionale.
 
Secondo il CCF, che ha tenuto una conferenza stampa per far conoscere i suoi progetti, Hambantota ha profondi problemi sociali, economici e ambientali: su 525.370 abitanti, il 60% vive da indigente, la zona è stata fortemente colpita dallo tsunami e si sta risollevando molto lentamente. Nella zona il 97% della popolazione è singalese buddista, il 2% musulmana e l’1% tamil.
 
La CCF si rivolge a famiglie di ogni fede, senza distinzioni. Supun Chandana, un ragazzo di 16 anni, buddista, racconta ad AsiaNews la “gioia” di poter beneficiare dei programmi di aiuto. “I miei genitori sono molto poveri, mio padre è un pescatore e non può permettersi di pagarmi il biglietto giornaliero dell’autobus per andare a scuola. Senza il biglietto dovevo fare 3 km a piedi ogni mattina. Ora grazie alla CCF ho una bicicletta e posso concentrarmi solo sugli esami scolastici ed i miei studi”.