L’Arabia saudita minaccia di non partecipare alla conferenza di pace voluta da Bush
L’affermazione appare mirata a premere sugli Usa perché vengano messi in agenda obiettivi concreti. Fatah insiste per la partecipazione della Siria ed il ministro francese degli Esteri chiede la nascita dello Stato palestinese “nelle prossime settimane”.
Gerusalemme (AsiaNews/Agenzie) - L’Arabia Saudita potrebbe non partecipare alla conferenza per la pace in Medio Oriente voluta dal presidente George Bush, a meno che non vengano concretamente affrontati temi fondamentali. La minaccia, avanzata dal ministro degli esteri saudita Saud al-Faisal segna un altro punto nelle pressioni in atto per indirizzare gli obiettivi dell’incontro che sembra doversi svolgere in novembre.
 
I Paesi arabi, in sostanza, anche quelli più amici degli Usa, vogliono evitare che la conferenza sia solo un fatto simbolico, privo di risultati concreti. Le affermazioni di Al-Faisal appaiono così echeggiare i dubbi di altri di altri leader “moderati”, come il presidente egiziano Mubarak o re Abdullah di Giordania. Già la settimana scorsa, infatti, i ministri degli Esteri arabi, riuniti al Cairo, avevano chiesto che la conferenza mirasse ad una reale soluzione dei problemi e non fosse solo una esibizione diplomatica.
 
Contemporanea alla presa di posizione saudita - che lamenta di aver chiesto a Washington l’agenda dell’incontro, ma di non aver finora avuto risposta – ce n’è stata una di Fatah, che vuole anche la Siria tra i partecipanti. Abdallah Al-Frangi, incaricato delle relazioni esterne del movimento che ha per capo il presidente palestinese Mahomoud Abbas, ha infatti affermato che “una conferenza di pace non può portare risultati senza la Siria e gli altri Paesi che hanno problemi con Israele”
A chiedere che la conferenza abbia obiettivi concreti è anche il ministro degli esteri francese Bernard Kouchner. Da Gerusalemme, prima tappa di un giro in Medio Oriente,  egli ha sostenuto che dall’incontro deve uscire la creazione dello Stato palestinese. “Bisogna – ha detto – che esso sia creato nelle prossime settimane”. Kouchner, peraltro, ha espresso un qualche ottimismo in quanto, a suo avviso, il premier israeliano Ehud Olmert ed il presidente Abbas hanno cominciato a “lavorare su un quadro” in tale direzione.