La Banca Mondiale aiuterà Jakarta a “recuperare” i beni portati da Suharto all’estero
di Mathias Hariyadi
L’ex dittatore, al top della lista Onu dei politici più corrotti al mondo, avrebbe un patrimonio familiare tra i 15 e 35 miliardi di dollari, per lo più derivanti da appropriazione indebita di fondi pubblici depositati all’estero. In un incontro a New York il presidente Susilo ne discuterà con Zoellick.
Jakarta (AsiaNews) – Il presidente indonesiano Susilo Bambang Yudhoyono incontrerà il numero uno della Banca Mondiale, Robert Zoellick, in occasione della sua visita al quartier generale Onu a New York dal 22 al 26 settembre. In agenda discussioni su recenti studi della Banca che hanno collocato l’ex dittatore indonesiano Suharato ai vertici della lista dei leader politici che più di tutti nel mondo si sono appropriati di fondi pubblici in modo indebito. I risultati delle ricerche, circoscritti agli “ultimi decenni”, sono contenuti in un libro pubblicato da Onu e Banca Mondiale in concomitanza con il lancio dell’iniziativa Stolen Asset Recovery lo scorso 17 settembre.
 
Ad anticipare i contenuti dell’incontro con Zoellick è stato il ministro degli Esteri indonesiano, Hassan Wirajuda. L’intento di Jakarta è recuperare il denaro che l’ex presidente Suharto ha “portato” oltre confine, risalendo alle banche estere di cui si serviva. La stessa Banca Mondiale e le Nazioni Unite hanno assicurato il loro impegno in questo senso, mettendo a disposizione propri esperti e la rete di contatti con le banche di tutto il mondo perché forniscano le informazioni necessarie.
 
Negli oltre 30 anni in cui ha guidato l’Indonesia, 1967 – 1998, Suharto sfruttò la crescita economica per arricchire la propria famiglia e i suoi collaboratori attraverso una serie di monopoli statali, sussidi e altri meccanismi. Secondo alcune stime il suo patrimonio familiare si aggirerebbe tar i 15 e i 35 miliardi di dollari. Un articolo del maggio 1999 pubblicato dal Time Asia, riguardo al quale l’ex dittatore ha pochi giorni fa ottenuto un risarcimento per diffamazione, indicava in Svizzera, Neo Zelanda, Gran Bretagna e Usa i principali depositi del leader politico.