Annunciate le presidenziali, duro scontro sulla candidatura Musharraf
di Nawaz Masih
La consultazione avverrà il prossimo 6 ottobre. I Partiti all’opposizione si uniscono per chiedere alla Corte Suprema di dichiarare illegale la candidatura del presidente Musharraf, che continua a mantenere vivo il dialogo con la Bhutto per non perdere il potere.
Islamabad (AsiaNews) – La Commissione elettorale pakistana ha dichiarato oggi che le elezioni presidenziali si terranno il prossimo 6 ottobre. Le candidature dovranno essere presentate entro il 27 settembre e confermate entro il 29. Il voto sarà espresso dai membri del Parlamento e delle Assemblee provinciali, mentre il giuramento del nuovo capo di Stato è previsto entro il 15 novembre. In questo modo, il nuovo capo dell’esecutivo potrà indire le elezioni parlamentari, che dovranno tenersi entro un mese.
 
L’attuale presidente, il generale Pervez Musharraf, ha già annunciato di voler proporre la sua candidatura. Il suo avvocato ha dichiarato che il presidente “è pronto a lasciare la carica di capo dell’esercito nel caso cui dovesse essere rieletto”.
 
Queste dichiarazioni hanno scatenato la dura reazione dell’opposizione, composta dal Partito popolare del Pakistan (guidato dall’ex premier in esilio Benazir Bhutto) e dalla Lega musulmana (il cui segretario, Nawaz Sharif, è stato richiamato in patria per esserne espulso poche ore dopo). Secondo i deputati popolari, Musharraf ha promesso di abbandonare la divisa già nel 2002, e di nuovo nel 2004, senza mai cedere il potere sull’esercito. Per i membri della Lega, è “inaccettabile” che il capo dello Stato “metta sotto ricatto l’intera nazione con la minaccia delle armi”.
 
Per cercare di fermarlo, i due Partiti si sono uniti in una inconsueta alleanza ed hanno presentato in maniera congiunta 6 diverse petizioni alla Corte Suprema, chiamata a giudicare l’ammissibilità del presidente nel novero dei candidati alle prossime consultazioni. Inoltre, i popolari hanno invitato l’esecutivo a permettere il voto parlamentare prima di quello presidenziale, in modo da poter rinnovare i deputati chiamati ad eleggere il prossimo presidente.
 
Il vero scoglio che l’opposizione si trova a dover affrontare, infatti, è la schiacciante maggioranza del Partito presidenziale, la Pakistan Muslim League-Q, che sa di poter condizionare senza sforzi il risultato delle elezioni. Secondo Muhammed Ali Durrani, attuale ministro dell’Informazione, “se Dio vuole, il nostro presidente verrà rieletto. Abbiamo la forza necessaria per farlo”.
 
Questo punto di vista sembra essere condiviso anche da Benazir Bhutto, che nei mesi scorsi ha accettato un confronto a distanza con Musharraf teso alla creazione di una “Transizione per la democrazia”, un patto elettorale che dovrebbe garantire al generale l’appoggio dei popolari in cambio della nomina della Bhutto a nuovo primo ministro. Anche se nessuno dei due contraenti ha annunciato la firma dell’accordo, la Bhutto ha confermato il suo rientro dal lungo esilio, previsto per il prossimo 18 ottobre, in tempo utile per candidarsi alla carica di premier.