La Merkel sosterrà “l’autonomia culturale e religiosa” del Tibet
Si è svolto il previsto “incontro personale” tra il cancelliere e il Dalai Lama, nonostante proteste e minacce di Pechino che accusa la Merkel di “ingerirsi” nelle sue questioni interne. Berlino risponde che il Tibet è un problema di “diritti umani”.

Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Il cancelliere tedesco Angela Merkel ha incontrato ieri a Berlino il Dalai Lama, nonostante le proteste “ufficiali” della Cina. Pechino ha protestato che l’incontro è utilizzato dal Dalai Lama per chiedere l’indipendenza del Tibet e ha cancellato i colloqui, previsti per ieri a Monaco, tra il ministro tedesco della Giustizia e un gruppo di esperti cinesi, sulla tutela della proprietà intellettuale (ma fonti diplomatiche parlano di “ragioni tecniche”). Su siti internet cinesi sono apparsi insulti verso la Merkel, definita “una strega” che “gioca col fuoco”, che la pur attentissima censura non ha provveduto a rimuovere. Al termine del colloquio, durato circa un’ora, non sono state rilasciate dichiarazioni.

Berlino parla di un “incontro privato” e Thomas Steg, portavoce del governo, ha espresso la convinzione che ciò “non turberà le buone relazioni e la cooperazione tra i due Stati”. Ulrich Wilhelm, pure portavoce del governo, ha spiegato che il colloquio rientra in una serie di incontri tra il Cancelliere e leader religiosi e che “il Tibet è un problema che riguarda i diritti  umani, che abbiamo già sollevato con la Cina. [La Merkel] gli ha assicurato sostegno nello sforzo di mantenere l’identità culturale del Tibet e nella lotta non violenta per l’autonomia culturale e religiosa”.

Ma Jiang Yu, portavoce del ministro cinese degli Esteri, insiste che il Dalai Lama non è solo un leader religioso ma “un esiliato politico che svolge attività separatiste” e parla di “intromissione negli affari interni cinesi”.

La Merkel, da quando è diventata cancelliere nel 2005, ha posto la difesa dei diritti umani tra i cardini della sua politica estera e durante la sua visita in Cina ad agosto ha più volte sollevato il problema del loro rispetto. Il Dalai Lama era già stato più volte in Germania, ma i precedenti cancellieri non lo avevano voluto incontrare. Il 20 settembre si è incontrato con il cancelliere austriaco Alfred Gusenbauer, provocando le “proteste” dell’ambasciata cinese.

“Dovunque io vado – ha osservato il Dalai Lama - la Cina protesta. I cinesi stanno soltanto provando a vedere fin dove possono spingersi”. Leader spirituale del Tibet occupato dalla Cina nel 1950 e premio Nobel 1989 per la Pace, vive in esilio dal 1959, dopo una fallita rivolta indipendentista. In Tibet Pechino persegue e arresta persino chi tiene una sua fotografia. (PB)