Giornali e siti potranno parlare solo dei gruppi politici autorizzati da Ahmadinejad
A Teheran si stringe ancora la morsa della censura, che viene estesa anche a quanti operano sul web. Le nuove norma violano anche una disposizione del Consiglio dei guardiani, per il quale era incostituzionale e contrario alla sharia qualunque modifica alla legge sulla stampa.
Teheran (AsiaNews) – Sarà vietato scrivere di partiti o gruppi politici che non abbiano una autorizzazione governativa e la censura sarà estesa ad agenzie di stampa e privati che operano su internet. L’Iran di Ahmadinejad annuncia altre restrizioni alla già così poco rispettata libertà di stampa, perfino in violazione di un esplicito divieto posto anni fa dal Consiglio dei guardiani, la suprema autorità dottrinale del Paese.
 
Intervistato dalla ISNA, Alireza Afshar, da poco nominato capo della Commissione 10 sui partiti politici e viceministro degli Interni per gli affari politici, ha annunciato che “è vietato alle pubblicazioni ed ai restanti media, scrivere di partiti o altri gruppi politici che non hanno avuto una autorizzazione governativa dalla Commissione 10. A questo scopo sarà fornita alla stampa una lista di tutti i partiti o i gruppi politici che hanno avuto l’autorizzazione”.
 
Poco prima dell’annuncio di Afshar, un portavoce del governo aveva rivelato che l’amministrazione intende proporre un emendamento alla Legge sulla stampa, per comprendere sotto il dettato della norma anche le agenzie ed i siti web, che essa non contempla. Sulla semiufficiale agenzia Fars, l’autore della norma spiega che quando fu emanata la Legge sulla stampa, agenzie e siti in rete non erano così diffusi ed attivi come oggi, “così il legislatore non ha prestato attenzione ai benefici legali ed ai limiti alle attività di media di tale tipo”.
 
Nel dare conto della nuova stretta della censura, Rooz, giornale on line di oppositori, evidenzia che i nuovi provvedimenti violano un tabù: nel periodo del governo dei riformisti, infatti, citando una lettera della Suprema guida Ali Khamenei, il Consiglio dei guardiani aveva affermato che qualsiasi emendamento o aggiunta alla Legge sulla stampa era incostituzionale e contrario alla legge islamica.