Nuovo vescovo di Pechino: Desidero ringraziare il papa
Mons. Li Shan incontra i fedeli di Pechino alla sua prima messa pubblica. Diradati i dubbi sulla sua legittimazione. La “paura” del Vaticano e i problemi della diocesi stremata dalla precedente gestione del vescovo patriottico Fu Tieshan.

Pechino (AsiaNews) – “Desidero ringraziare il papa”: sono queste le prime parole che mons. Giuseppe Li Shan ha pronunciato prima di iniziare la messa come nuovo arcivescovo di Pechino nell’antica chiesa di san Salvatore (Bei Tang).

Mons. Li ha cominciato ieri in questo modo il suo ministero, promettendo di visitare via via tutte le parrocchie e i fedeli della diocesi, che conta circa 50 mila cattolici.

Il vescovo, ordinato lo scorso 21 settembre con una cerimonia a cui hanno preso parte personalità del governo e dell’Associazione Patriottica, aveva ricevuto l’approvazione vaticana tempo prima, confermata poche ore dopo l’ordinazione con un articolo di cronaca sull’Osservatore Romano.

Le poche parole di ringraziamento al pontefice da parte del nuovo prelato hanno diradato i dubbi che ancora molti fedeli di Pechino avevano sulla liceità della sua ordinazione. Fino alla fine infatti vi è stato silenzio da parte vaticana e tanto clamore da parte del vice-presidente dell’Associazione Patriottica, il laico Liu Bainian, che rivendicava all’Associazione e al consiglio dei vescovi cinesi la paternità della scelta.

Molti fedeli della Chiesa ufficiale e sotterranea hanno espresso il proprio disappunto per questa “paura” vaticana: il silenzio fino a dopo l’ordinazione; la pubblicazione di un articolo invece di un comunicato ufficiale. Secondo loro, questo atteggiamento rischia di creare confusione fra i fedeli rispetto alla chiarezza mostrata dal papa nella Lettera ai cattolici cinesi, pubblicata alla fine di giugno scorso. Nella Lettera Benedetto XVI domanda ai vescovi legittimati dalla Santa Sede di rendere “di pubblico dominio” la legittimazione e che “i Presuli legittimati pongano sempre di più gesti inequivocabili  di piena comunione con il Successore di Pietro” (n. 8). La Lettera chiede che la legittimazione vaticana venga resa pubblica “in tempi brevi”.

Secondo alcuni fedeli presenti alla celebrazione di ieri alla Bei Tang, il clima era senz’altro migliore “più religioso”, rispetto a quello che si respirava all’ordinazione, da alcuni definita “una celebrazione di Partito”, con largo sfoggio di personale di sicurezza, proibizioni di fare foto e di avvicinarsi troppo al neo-ordinato.

Nell’omelia, mons. Li ha commentato il vangelo sottolineando che “non si può servire Dio e mammona, Dio e il denaro, la vita di fede e la vita mondana”.

Egli ha poi sottolineato l’urgenza che tutti i cattolici di Pechino vivano la missione nei confronti dei loro ambienti, dato che la società cinese è alla ricerca di valori spirituali. Il vescovo ha anche chiesto che tutti insieme, sacerdoti e  laici, siano uniti in questo compito. Dopo quasi 30 anni di gestione da parte del vescovo patriottico Fu Tieshan la diocesi soffre di divisione fra i fedeli e i sacerdoti per le posizioni di questi ultimi troppo acquiescenti verso l’Associazione Patriottica. Allo steso tempo, proprio l’Ap ha impoverito economicamente la diocesi  sequestrando edifici e terreni della Chiesa per rivenderli e intascare per sé i proventi.

Foto: AsiaNews